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Dal palco della Scala del Quartetto Cetra. Da passata a futura memoria

lunedì 30 marzo 2020
di Raffaele Davanzo
Dal palco della Scala del Quartetto Cetra. Da passata a futura memoria

Da adesso è necessario organizzarci da soli, noi italiani, senza curarsi della UE, senza tuttavia rinnegarla. Lo ha detto chiaro e tondo anche Giuseppe Conte, non ci sono altre strade percorribili. Le azioni fondamentali del governo devono essere queste: la Banca d’Italia deve subito emettere un prestito di almeno 100 miliardi per garantire risorse immediate a tutti, specie a chi non ha più un lavoro: il denaro deve ricominciare a circolare, è davvero questione di mangiare, di vita o di morte, lo si sta già vedendo in molte città.

Particolarmente importante dovrà essere il concetto di Esempio, non solo simbolico, per fare capire a tutti che il problema è immenso: i politici e i dirigenti d'azienda, pubbliche e private, devono da subito, per decreto, rinunciare alla metà dei loro stipendi per 18 mesi. Tutti gli italiani, aziende sane in prima fila, ma anche tutti i cittadini con riserve personali, devono investire il 30-40% dei loro risparmi, sicché lo Stato possa raccogliere 300-400 miliardi in poco tempo; e possa arrischiarsi pure a riscattare parte del debito pubblico in mano estere, che è la nostra spada di Damocle. E chi ha riserve monetarie all'estero, deve riportarle in Italia almeno per il 60%, se vuole che il restante 40 resti là in suo possesso.

Gli stati che ospitano quei conti, tipo Svizzera, Lussemburgo, Regno Unito e relative dipendenze caraibiche, Emirati ecc., dovranno fornire, con interventi previsti già da tempo grazie ad una sequenza di accordi promossi dall'Ocse, le relative liste. Si pensa che il quantitativo di riserve private di questo tipo ammonti a circa 90 miliardi di euro! Il governo deve assolutamente diminuire ogni tassa e imposta del 33% per consentire di produrre beni e servizi con costi molto inferiori. Chi ha traslocato sede legale e fabbriche all’estero, vedi Fiat, per motivi fiscali e/o per sfruttare mano d'opera a basso costo, deve immediatamente ritrasferirsi nel territorio nazionale.

Per contribuire con le sue giuste tassazioni. Non parliamo poi delle tasse e imposte che ci devono da tempo corrispondere le multinazionali dei servizi di comunicazione, le piattaforme social e delle vendite on line, che arrivano a decine di miliardi. Deve accadere come dopo la seconda guerra mondiale, quando dallo sprofondo della disperazione si passò al boom. Con sudore, sacrifici, ma specialmente grazie ad un'imprenditoria aperta e innovativa, e con un governo unito (o unitario come fino al 1948) che non dovrà condizionare le proprie azioni sulla base di future previsioni elettorali, ma solo contare sulla fiducia nazionale.

E il governo, come dopo la guerra, per creare lavoro dovrà impegnarsi in un grandissimo piano di investimenti pubblici, come quelli destinati alla messa in sicurezza delle infrastrutture e strutture pubbliche, edifici scolastici e ponti in primo piano. Il denaro dovrà a questo punto ricircolare molto fluidamente, per il benessere generale. E così si darà anche un grosso colpo alla criminalità organizzata, che non avrà più argomenti per assumere gente senza speranza perché senza lavoro, come sembra stia già facendo in questi giorni disperati. E infine, dopo due? tre? anni, i palchi della Scala si riempiranno di nuovo anche loro.