opinioni

Il giorno delle memorie

venerdì 24 gennaio 2020
di Fausto Cerulli
Il giorno delle memorie

Penso che i miei trentacinque lettori questa volta si convinceranno che sono fuori di testa o che mi diverta a provocare, ma stavolta mi permetto di non essere pienamente d’accordo con quanti appaiono ossessionati con sospetto zelo dalla Giornata del Ricordo, ed avverso tutte le celebrazioni a comando. Ovviamente disapprovo le nefandezze commesse dai tedeschi contro gli ebrei e provo orrore per i campi di sterminio e per i corpi bruciati che uscivano dai camini. Ma voglio fare alcune precisazioni in dissenso con quanti organizzano Giornate della Memoria mistificando ed utilizzando quella memoria a scopi pesantemente elettoralistici, calpestando le vittime con il pretesto di onorarle  quando fa loro comodo. E vengo alle mie obiezioni.

Nessuno protestò quando Monsignor Pacelli fu nominato Pontefice nonostante fosse stato Nunzio Apolostico in Germania ai tempi in cui Hilter progettava il massacro degli ebrei e finse di non vedere quello che succedeva e che tutti sapevano a cominciare dagli americani e dai loro efficientissimi servizi segreti che sapevano tutto essendo efficienti e tutto tacevano essendo segreti. E alle giornate della memoria sfugge che nella odierna Germania, padrona della Europa come ai tempi dell’asse Germania-Italia, con la sostituzione della Francia all’Italia, un partito dichiaratamente neonazista e pubblicamente ostentando svastiche ed osannando ad Hitler raggiunge il trenta per cento degli elettori e si presenta tranquillamente alle Camere tedesche.

Mentre la Merkel, democristiana di ferro ricorda soltanto ora le nefandezze dei suoi vecchi compatrioti e tace sulla ostentata rinascita anche elettorale del nazismo, forse tenendo i neonazisti come riserva per combattere oggi come allora la sinistra. Nella Giornata della Memoria, in cui stampa e televisioni preannunciamo uno spettacolo teatrale dal titolo grottescamente ridicolo "Mamma ritorna, povero orfanelllo" vengono sistematicamente ignorati altri massacri: i milioni di armeni massacrati dai turchi, i quindici milioni di oriundi d’America massacrati dai bianchi per dare loro spazio, con metodi razzistici e si tace dei lager staliniani, forse per non turbare gli affari economici con la Russia post-staliniana o forse ricordando che furono proprio i russi  di Stalingrado, con il prezzo di venti milioni di morte, a consacrare la sconfitta del nazismo e furono loro per primi a smantellare i lager nazisti e ad inalberare la bandiera rossa sui luoghi simbolo del nazismo.

Al posto delle svastiche. E nel Giorno della Memoria si dimentica un episodio orrendo, anche se più circoscritto, delle foibe volute dai titini che pure si proclamavano comunisti, infangando un nome comunque giustamente caro ad intere generazioni. L’assenza di questi ricordi rende mutilato il giorno della memoria. E mi sembra lecito pensare che gli ebrei massacrati a milioni protesterebbero per la orrenda strumentalizzazione della loro tragedia, usata come strumento di meschina lotta politica. E ritengo comunque giusto che si parlasse di giorno delle memorie e non solo di giorno della memoria. A rischio di essere considerato un revisionista, come non sono mai stato e come non intendo essere. Anche se non posso chiudere gli occhi di fronte al nuovo razzismo antipalestinese che appesta oggi lo Stato di Israele. Nel silenzio degli omertosi di ieri e di oggi.