opinioni

La Piaf

venerdì 17 gennaio 2020
di Fausto Cerulli
La Piaf

E loro ti chiamavano usignolo
e tu prestavi la tua voce alla nostalgia,
al desiderio non represso, alla
ebbra sensazione di essere
la sola donna vera in questo mondo
di donne per bene un tanto ad ora,
e tue, soltanto tue erano le caves,
gli amori che duravano il tempo
di una stella cometa, bella
del suo essere fugace, tu
eri il maggio di una rivolta
che si spense come una candela
al vento, tu la Gioconda,
la Monna Lisa senza sesso e
sullo sfondo il panorama
di qualche paradiso, tu
i campi elisi, Robespierre
ed Yves Montand e lugubre
il quartiere latino, patria di poeti
senza storia, tu, usignolo in gabbia,
sfogavi la tua rabbia in un urlo
malinteso.