opinioni

Bagaglio a mano

giovedì 16 gennaio 2020
di Fausto Cerulli
Bagaglio a mano

Fu poi del treno il lungo disseminare
la campagna, o furono le donne
nel loro nudo viaggiare ad inventare
il rosa alle colline? Lei si chiedeva
di questi arcani mentre le sue dita
scorrevano leggere ma spietate
ad inventare orgasmi, una collana
di piaceri sul suo grembo e sulla schiena
inarcata nel silenzioso suo godere,
silenzioso ché nessuno la udisse.
Un tempo trascorrevo la vita, la mia
vita spiegazzata di dolori semplici,
in questi sgomentati pensieri.
Ora non ho più voglie,mi manca
l’antico desiderio. Attendo un treno
lucido di pioggia, e alla stazione,
binario numero destino, un ombrello
di nuvole ripara il mio misero bagaglio,
un maglione di lana liso ai gomiti,
un libro mai sfogliato, tre lettere
di lei quando era viva. L’ubriaco
che sono sempre stato aspetta
che venga notte e allora mi farò
alcova della sala d’attesa.
Poi prendo il treno in un mio sogno
e viaggio nel respiro che mi resta.