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Un pessimo affare aver chiuso la TeMa

venerdì 13 dicembre 2019
di Massimo Gnagnarini
Un pessimo affare aver chiuso la TeMa

Se qualcuno ha pensato che chiudendo la TeMa il Comune risparmierà un mucchio di soldi ha pensato male. In effetti per i servizi finora assicurati alla città dalla defunta Associazione, al netto delle partite di giro di UJW,  il Comune spendeva solo 235.000 euro all’anno (60.000 di quota associativa e 175.000 di contributo alla gestione del Teatro Mancinelli) contro i 320.000 euro di soli costi vivi annuali mediamente sostenuti dalla TeMa per svolgere la stagione teatrale di cui 170.000 euro per pagare le compagnie artistiche e il resto per le altre necessarie prestazioni professionali esterne.

Questo era possibile perché la TeMa sviluppava una serie di entrate proprie che le consentivano di pagare oltre al personale proprio anche  le proprie spese di funzionamento e le rate dei vari mutui di consolidamento accesi nel corso degli ultimi dieci anni. Queste entrate erano costituite dalle quote associative pari a 13.000 euro al netto dei 60.000 erogati dal Comune,  dagli abbonamenti pari a 65.000 euro e inoltre varie e consistenti altre risorse raccolte dagli sponsor e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.

E’ pertanto evidente che al di là di ogni eventuale nuova forma di gestione organica del Teatro che l’amministrazione Tardani voglia mettere in campo in alternativa a quella finora svolta dalla TeMa  l’unica, per risparmiare soldi pubblici,  sarebbe di tenere chiuso il Teatro, ma si tratta di una soluzione alquanto indesiderabile ed esclusa dalla stessa Amministrazione comunale. E allora facciamo due conti relativamente alle spese a cui si andrà incontro nelle ipotesi di gestione prospettate in aggiunta a quel costo inalterato di 170.000 euro necessari per i corrispettivi alle compagnie artistiche a parità di prestazioni:

Gestione diretta. Premesso che la pianta organica del Comune è priva di qualunque professionalità adatta a svolgere le mansioni che rientrano tra quelle necessarie alla gestione del teatro e che recentemente, con propria apposita delibera , la Giunta ha escluso per i prossimi tre anni l’assunzione di tali compatibili figure professionali si dovrà conseguentemente procedere a una serie di incarichi a soggetti e ditte private esterne per far fronte ai sotto indicati servizi per un valore complessivo tra i 180/200.000 euro che porteranno, dunque,  la spesa complessiva a carico del Comune a superare i 350.000 euro annui a fronte dei 235.000 finora sborsati dal Comune:
. assunzione di un direttore artistico 
. apertura, custodia e chiusura del teatro in occasione di tutti gli spettacoli
. cassa-biglietteria, organizzazione eventuali prevendite, vendite on-line)
. servizio di guardaroba
. pulizia del Teatro
. servizio di sala
. gestione del bar del teatro
. gestione delle procedure inerenti la sicurezza del Teatro
. ottemperanza al D.Lgs. 81/2008 con particolare attenzione alla formazione del personale
. stipula polizze assicurative

Creazione di una nuova Azienda Speciale Multiservizi del Comune di Orvieto:
Ovvero una cosiddetta “SuperTeMa” a cui affidare in un unico pacchetto la gestione del Teatro e quella di altri asset pubblici e che, però, impatterebbe sugli equilibri del bilancio comunale in maniera diretta e , a mio avviso,  insostenibile visti gli obblighi di legge che ne deriverebbero per il Comune tra cui per citarne solo alcuni :
. obbligo di ripiano delle perdite di esercizio
. conferimento di un capitale o fondo di dotazione
. obbligo di applicazione delle norme pubbliche per l’assunzione di personale
. applicazione codice degli appalti per acquisto di beni e servizi
. obbligo di costituzione di una CdA, del Presidente e assunzione di un Direttore esecutivo.
Qui la stima dei costi aggiuntivi si farebbe iperbolica basti solo considerare che tra CdA , Presidente, Direttore e Personale da assumere si va da alcune centinaia di migliaia di euro fino al rischio concreto di creare un nuovo default finanziario del Comune stesso.

I proverbi hanno sempre un fondo di verità. Ecco perché qui vale il detto “ Chi meno vuole spendere più spende”.

Massimo Gnagnarini,
ex assessore al Bilancio e Partecipate del Comune di Orvieto