opinioni

La posta in gioco

venerdì 8 marzo 2019
di Fausto Cerulli
La posta in gioco

Sai, Paola, un vetro, quasi fosse uno specchio,
che riflette soltanto la luce abbagliante del tuo
sorriso, diviso tra acuta ironia e una qualche tua
tenerezza, rivolta, ah, non a me, ma ad un altro
che aspetta il tuo ritorno con molta ansia,
quello specchio adesso riflette la nostalgia
di quello che NON è stato e mai potrà essere
tra me e quello sguardo annoiato,celato da te
per eccesso di gentilezza. Paola, tu che porti
lunghe collane e talvolta orecchini studiati
per te da un artista innamorato di te e da
te non corrisposto, avrò nei miei sogni,
del sempre e del mai, l’immagine del
tuo volto  dall’ ovale perfetto, e del
tuo seno intravisto, se porti una maglia
scollata, quel tanto che desta la mia
ammirazione senza peccato. E se, in
qualche mattina, il tuo passo,un passo
tuo mai affrettato ammiro il tuo corpo
slanciato fasciato da un jeans molto stretto
che copre e non copre le natiche fatte
per le mani di lui; e allora mi coglie
la nostalgia di un futuro così remoto
da essere fatto di un mai.