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Elegia per una morte cattiva

martedì 17 luglio 2018
di Fausto Cerulli
Elegia per una morte cattiva

Un seno di donna ha capezzoli erti, fatti per carezze sottili, per baci a fiore di labbra. Iolanda ha un fiore sul seno, che cresce, che duole, che vuole fiorire per fare sfiorire Iolanda. Ha i fianchi sapienti, Iolanda, le labbra di giovane donna che vuole baciare, baciare, baciare, baciare. Ha mani eleganti, che cercano nuche di uomo, capelli scomposti dal vento d’amore.

Iolanda non vuole morire, non vuole che il sole riscaldi il suo abito, la sua ultima veste. La morte è una dolce puttana, le labbra di rosso scarlatto, un pube avvizzito e violento, sussurra parole che sembrano vento di un bosco, brezza che trema sul lago. Iolanda ora tende l’orecchio a sentire la laida lusinga, si tocca le punte del seno, assapora il dolce veleno che adesso le porge la morte, su un piatto d’argento.

Iolanda sorride morendo, non sa di morire, sorride alla morte che sembra un’amica. Ho chiesto alla morte di prendermi, di lasciare Iolanda agli amori che attendono, che attendono, che attendono invano Iolanda e il suo corpo fanciullo per sempre, nel mai. La morte non vuole consigli, fa scelte cattive. La morte vive succhiando le giovani vite. Io voglio ammazzare la morte che ammazza Iolanda.