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Ho conosciuto un nazista quando era comunista

venerdì 15 giugno 2018
di Fausto Cerulli
Ho conosciuto un nazista quando era comunista

Ero in Marocco, per motivi di lavoro. Lì, i giornali, quando li trovi, sono solo quelli francesi e qualcuno americano e mi trovavo leggermente spaesato. Eppure una storia mi ha fatto sentire a casa mia. Ho letto di Horst Mahler (su Le Monde) che era uno dei capi della RAF, una delle organizzazioni di sinistra, fuori legge perché accusata di terrorismo ed ora è diventato neonazista. Lo conoscevo, Horst, come ci si conosceva nel 69 di Milano, con la rivoluzione dietro l’angolo. Era un giovane avvocato comunista, aristocratico come tutti i comunisti tedeschi.

A quel tempo avevo deciso che avrei smesso di fare l’avvocato per fare il comunista. Squisito esempio di “servire il popolo”. L’anno successivo Horst assunse la difesa di Andreas Baader, che aveva dato fuoco a un supermercato americano di Francoforte- E nello stesso anno insieme a Baader fondò la RAF e si dette alla macchia. Andò in Palestina a lezione di terrorismo rivoluzionario, poi tornò in Germania a farsi dieci anni di carcere e poi riprese a fare l’avvocato.

E sempre sul quotidiano francese che Horst ha scritto una Declaration Canonique sul 68, dove si sostiene che alla base di tutto quel subbuglio c’era solo il diritto di ogni popolo alla propria liberazione nazional rivoluzionaria, come aveva proclamato, ai suoi tempi, il baffetto Hitler, e dunque Horst, da rivoluzionario comunista, ecco che ti diventa esponente neonazista, e forse,prima o poi, con l’aria che tira in Germania, magari diventa ministro al Bunderstag.

Quello che mi sorprende, in tutta questa storia storiaccia, è solo il fatto che non riesco a sorprendermi. Osserva, con finezza tutta francese, ma con sconcertante realismo, il giornalista autore dello scoop (che è poi Arnaud Leparmentier. anche lui vecchio amico della gauche) che scopo dell’ingresso di Horst nel partito neonazista sarebbe quello di attirare verso l’estrema destra i vecchi arnesi della sinistra.

Come sempre i francesi, dall’alto delle loro cattedre, ci spiegano quello che sapevamo prima di loro. Ma non è mai tempo sprecato, quello che occorre a macinare l’ovvio. Ciao, dunque, vecchio Horst, o arrivederci. Non so né quando né come, ma so che la vecchia talpa continua a scavare, e i vecchi minatori, come i vecchi marinai, si rincontrano sempre. Al caffè della storia o della cronaca.