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Orvieto e la vita notturna: due strade parallele

martedì 5 giugno 2018
di Edoardo Pieretti
Orvieto e la vita notturna: due strade parallele

Ormai è noto a tutti il fatto che sulla rupe qualsiasi tipo di attività si fermi prima del previsto e che le luci, metaforicamente, si spengano troppo presto. L’ idea che in un punto di incontro come Orvieto non ci sia più nulla da fare dopo mezzanotte è piuttosto paradossale. Certamente stiamo parlando di una realtà di quiete tipica dei paesini come il nostro e non di Dubai, ma l’istituzione di nuove attività notturne o l’attuazione di nuovi programmi potrebbe giovare alla città stessa; infatti, soprattutto presso i giovani, l’affluenza di gente durante le sere dei week-end oppure dei giorni festivi sta costantemente diminuendo: zero locali aperti, zero posti dove trascorrere una serata con gli amici.

Bisogna pensare che nella società attuale rispettare le tradizioni e progredire con i tempi hanno la stessa importanza e che bisogna dare il medesimo valore ad ogni fascia d’età. I giovani costituiscono un punto fondamentale per il progredire di una comunità e per questo bisognerebbe adattare anche realtà piccole alle loro esigenze. Ormai l’idea è quella di una città spoglia, di una città che non ha nulla da offrire, di un luogo di noia e calma piatta.

Si potrebbe partire da una organizzazione più sensata degli spazi pubblici, come quello del giardino di san Giovenale, dove il campo da calcetto è chiuso ed abbandonato "a se stesso", e degli edifici ipoteticamente utilizzabili, come la Caserma Piave e il vecchio ospedale, per arrivare poi anche ad un’ amministrazione sensata dei parcheggi, abbassando il prezzo e gestendo meglio gli orari di apertura e chiusura, come nella zona delle scale mobili. Sarebbero benefici non solo per la vita notturna, ma anche per manifestazioni come turismo. Contando anche che porterebbero gli abitanti a spendere nell’ ambito del centro storico così da favorire in una fetta, seppure minima, l’economia orvietana. Cambiamenti magari sofferti, ma come si dice "Per Aspera, Ad Astra".