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Archi

martedì 17 aprile 2018
di Fausto Cerulli
Archi

La sua bocca sapeva di velluto ricamato di zenzero all’odore,
versava miele di sorrisi, e lei sapeva di far male, quando
rideva spensierata ed il suo asso era passo di donna
che allontana il suo corpo dalla voglia che suscita
I suoi fianchi apparivano ampi, archi di carne
intorno allo stupore del suo ventre, aspro
di voglie antiche e di nuove ed insaziate.
Lei aveva voce che dice, voce che tace del suo dire,
era un astuto ardire di parole scavate nella pelle.
Il suo ingombrava aspri capezzoli, e le dita di lei,
fatte di nervi ed aria, spiegavano carezze, carezze
ancora, carezze solo per se stessa.
Carezze intime.