opinioni

Una sera, Piazza Simoncelli

martedì 29 agosto 2017
di Fausto Cerulli
Una sera, Piazza Simoncelli

Sapevo che lei non avrebbe rinunciato a quella serata
dedicata ad una persona cara, cara a molti, portata via
come una colomba dal volo spezzato. Sapevo che lei
avrebbe pensato quello che anche io, e non sarebbe
stata triste, la morte essendo una carta da giocare
nella partita della vita. Lei era vestita come sempre, come
mai. Ha sfiorato il mio volto con una sua guancia
profumata dal profumo della pelle, ha detto
qualche parola, che ho sentito appena, attratto
dalla luce dei suoi occhi, dal suo volto
fresco nonostante la calura. Poi ci ha lasciato
soli ad ascoltare un sassofono straziato dal ricordo
di un altro sassofono suonato qualche secolo fa, essendo passato
un za inutile.
Francesco era con noi nella sera di agosto,
la luna raccontava una favola tristemente vissuta,
ma favola sempre, da raccontare a noi
che favole cerchiamo per non essere tristi
troppo. Poi lei è svanita tra la gente che non aveva altro
che un vago ricordo di Francesco e non sapeva che
Francesco era con noi, era una stella tra le stelle
della notte, dì a la più luminosa.