opinioni
Un timido bordello
domenica 23 luglio 2017
di Fausto Cerulli
Poi salivo le scale, titubante,
impaurito dal non sapermi
solo. La sua stanza disadorna
aveva un letto sfatto,
luce soffusa come in un
bordello d’altri tempi.
Sembrava un quadro
di Van Gogh. Forse
di un Picasso a tinte
piene. Io la guardavo.
Non volevo toccarla:
si sarebbe dissolta
come spirito dolce,
lei che era puttana
per piacere, e si donava
per donarsi piacere.
Lei, magica puttana,
vergine e casta.
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