opinioni

A proposito di Russia e altre questioncelle

lunedì 27 marzo 2017
di Fausto Cerulli
A proposito di Russia e altre questioncelle

Oggi si parla di Putin, giustamente. Sembra che sia scoppiata la primavera russa, e Dio gliela mandi fiorita. Se pensiamo alle primavere arabe, e a come sono finite generalmente in mano a colonnelli tipo America del sud, c’è poco da essere contenti. Personalmente non apprezzo Putin, ma debbo dargli atto che è apprezzato dalla maggioranza dei russi. Il che significa che non basteranno manifestazioni di piazza a rovesciare il regime. specie se le manifestazioni comportano, a differenza di quanto accade da noi,il ferimento di un poliziotto e non di un manifestante. Ho sentito molti commenti su quanto sta accadendo in Russia, ma quello che mi sembra più appropriato mi sembra quello espresso da Sergio Romano, che di Russia se ne intende.Soprattutto quando ha. fatto notare che il leader della protesta è stato ed è un accanito nazionalista e che la ribellione non è stata tanto contro Putin, quanto contro la corruzione dilagante. Magari i nostri pentastellati che gridano contro la corruzione avessero
il coraggio di scendere in piazza contro i corrotti nostrani, invece di volare sul Web o come cavolo si dice. ma torniamo alla Russia.

I nostri media hanno pontificato sulla plutocrazia russa, tralasciando di dire che in Italia una ventina di persone possiede il sessanta per cento della ricchezza nazionale. Poco se ne parla perché questa ventina annovera anche proprietari di giornali che versano lagrime sull’Italia a due velocità ed altre menate del genere. Divago ancora. Le plutocrazie sono eguali in quasi tutto il mondo, e lo comandano a bacchetta. Putin sarà pure un delinquente ex capo dei servizi segreti, ma chi è senza servizi scagli la prima pietra. Per certo in Russia è in corso uno scontro tra due nazionalismi. Ma la storia insegna, o dovrebbe insegnare che il nazionalismo qualche volta paga. In fin dei conti sia Napoleone che Hitler hanno sbattuto il muso contro la Russia, e se non ci fosse stato il nazionalismo russo, i due furfanti non sarebbero stati sbalzati dal trono. A ciò, nei giorni nostri, va aggiunta la miopia dei politicanti occidentali che hanno pensato bene anzi male di infliggere sanzioni commerciali contro la Russia, contribuendo ad affamarla almeno quanto la corruzione.

E parlo di miopia perché è sempre accaduto che le sanzioni rafforzino il potere di chi governa i paesi sanzionati. Tanto per fare un esempio casareccio, il Duce raggiunse il massimo di popolarità quando l’Italia fu sottoposta a quelle che il nostro Duce imperituro chiamò le inique sanzioni, con piglio dannunziano. Si vede proprio che la storia non è maestra, e se lo è, è una cattiva maestra. Tanto per dire, il mio sempre amato Lenin raggiunse il massimo successo quando l’Europa, per paura di un contagio rivoluzionario, armò e sostenne a tutto spiano la cosiddetta Armata Bianca nella vana speranza di spaccare le reni all’Armata Rossa, che non aveva dietro altro che un sano nazionalismo e la voglia di difendere a spada tratta gli ideali concreti della Rivoluzione di Ottobre. A proposito della quale vale la pena di ricordare che qyest’anno ricorre il centenario di quella gloriosa,sì, proprio gloriosa rivoluzione. E scommetto che i nostri giornali liberi ,liberi di osannare il Padrone di turno, si sprecheranno a vilipendere la Rivoluzione di Ottobre, calcando la mano sulle malefatte(?) di Stalin, per far dimenticare Lenin e quei soviet che sono questate le prime e sole democrazie dirette, e dirette dal popolo. Io sogno che quei giovani che oggi manifestano nelle strade della Russia, vogliano studiare la storia di casa loro, trascurando per un attimo gli smartphone che appestano il mondo. E leggeranno con qualche nostalgia di quell’assalto al Palazzo d’Inverno che tanto somigliava alla presa della Bastiglia. Sogno che anche quei giovani imparino a sognare, per sognare una rivoluzione vera.