opinioni

Milano, troppo Milano o forse no

martedì 13 dicembre 2016
di Fausto Cerulli
Milano, troppo Milano o forse no

La mia Milano di allora,
i navigli, l’alzaia pavese, il vino
cattivo bevuto al mattino
per non pensare, i vasi di fiori
rubati in portoni di lusso,
per fare bella la nostra stamberga
ed invitarvi le amiche. La donna
bellissima omosessuale,
e stare insieme sfiorandoci appena,
e aveva un reggicalze come quelli
di allora e non ci fu eccitazione,
ma solo un parlare quieto, uno
strano affetto per una donna
che amava le donne, ma sapeva
darti amicizia sincera. Quella sera,
ricordo, ascoltavamo in sottofondo
la voce di Luigi Tenco, come si usava
allora. E quando si è fatto buio,
un ora ta vado, un debbo andare
e il più dolce il più casto, il più
audace dei baci. Milano, mia
Milano di adesso, troppe luci,
troppa Milano. Forse dovevo andare
alla tomba di Margherita, ma
non avevo fiori abbatanza.