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Elegia per una morte cattiva

giovedì 22 settembre 2016
di Fausto Cerulli
Elegia per una morte cattiva

Un seno di donna ha capezzoli
erti, fatti per carezze sottili,
per baci a fiore di labbra.
Iolanda ha un fiore sul seno,
che cresce, che duole,
che vuole fiorire
per fare sfiorire Iolanda.
Ha i fianchi sapienti,
Iolanda, le labbra di giovane
donna che vuole baciare, baciare,
baciare, baciare. Ha mani eleganti,
che cercano nuche di uomo
e il membro virile, da
rendere duro alla lingua.
La morte è una dolce puttana,
le labbra di rosso scarlatto,
la veste che mostra
un pube avvizzito
e violento. Sussurra
parole che sembrano
vento di un bosco,
brezza che trema sul lago.
Iolanda ora tende l’orecchio
a sentire la laida
lusinga, si tocca le punte
del seno, assapora
il dolce veleno che adesso
le porge la morte, su
un piatto d’argento.
Iolanda sorride morendo,
non sa di morire, sorride
alla morte che sembra
un amica. Ho chiesto
alla morte di prendermi,
di lasciare Iolanda agli amori.
La morte non vuole consigli,
fa scelte cattive. La morte
vive succhiando
le giovani vite.
Io voglio ammazzare
la morte che ammazza
Iolanda.