Un saluto dal Botto, accanto al Fico
Ci si chiede talvolta cosa attraversa la mente d’un artista, musicista, pittore o ballerina quando scende il sipario e lo spettacolo finisce. Un certo vuoto c’è, una frenesia di energia che continua a circolare, e quando siamo fortunati un sentimento di aver toccato un’altra dimensione dentro di noi; c’è alleggerimento e gratitudine. Tuttavia nello sforzo di questo rinascimento ogni sera ci appoggiamo su tutto un meccanismo che il gran pubblico non vede: senza questa collaborazione il bambino, bello o brutto che sia, non può vedere la luce.
Tornando dal Botto a Parigi i miei pensieri vanno a tutte le persone che hanno reso possibile l’enorme successo del 1° Festival di Musica da Camera, perché il senso di questo primo incontro è stato lo scambio fra culture su ogni fase e ogni aspetto dell’attività che è stata messa in opera. Cominciamo dalla preparazione della piazzetta incantevole del borgo, presa in mano con padronanza dalla protezione civile: penso a Giuliano Santelli, a Mario Gaddi, ed in particolare a Guido Mattioni che è rimasto determinato e imperturbabile nella sua missione.
Agli infaticabili Raffaele e Franca Davanzo e alla loro ospitalità regale, trasporto “freccia” sempre pronto per servire. Penso all’appoggio costante di Sandro e Beatrice Ricci e di Maria Silvana Cerquetti ad Orvieto o di Cristina Luciani a Canale, dalla quale sono partiti tutti i collegamenti indispensabili per realizzare un progetto così complicato. Penso a Stefano e Bettina Paggetti di Porano e alla loro cucina deliziosa, come ai miei cari vicini Memmo e Franca Masnada al Botto con tutta la loro esperienza essenziale per la soluzione dei problemi pratici: elettricità, tavole, bandiere e ogni altro servizio di prima necessità. A Massimo Perali per averci permesso l’uso di una parte del Castello ed a Vincenzo e Marina Ceccantoni per i loro sforzi pubblicitari.
Senza la buon volontà di queste persone il sipario non scende perché non c’è sipario e tutta l’emozione nascosta dentro. È questa la bellezza d’un evento come il festival del Botto: una simbiosi di persone che capiscono che visione di un’idea comune e alti sentimenti dell’animo umano possono camminare fianco a fianco. Vincere questa sfida rappresenta il successo di una Comunità: il Comune di Orvieto e la sua gente che gli fa onore.
Stefano Catalano
Direttore Musicale del Festival di Musica da Camera al Botto, “Accanto al Fico”