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"Ancora musica-rumore, si faccia qualcosa"

giovedì 21 luglio 2016
di Paola Sacchi, giornalista
"Ancora musica-rumore, si faccia qualcosa"

Orvieto, la città del Duomo e degli affreschi di Luca Signorelli, o della quiete dei placidi etruschi, primo embrione di civiltà italica? No, Orvieto città del rumore, del frastuono, e non della splendida musica di Umbria Jazz Winter, fra Natale e Capodanno, che, ahimè, dura solo una settimana. No, Orvieto città che ti "spacca i timpani". Soprattutto il fine settimana. Vieni qui a cercare arte, cultura e quiete oppure vivi qui e pensi di essere la persona più fortunata del mondo?

Forse si sta più tranquilli in molte zone della pur caotica e disastrata Roma. L’aperitivo della sera in un bar con gli amici? Bisogna parlare con il megafono con i propri interlocutori perché troverete sempre qualche orchestrina stridula e assordante che vi impedisce da Via del Duomo a Corso Cavour fino a piazza S.Andrea di ordinare persino il caffè, a meno che non lo facciate a suon di urla con il cameriere.

Varie giunte comunali si sono succedute, vari sindaci di sinistra, centrodestra e centrosinistra, ma il problema resta. Il copione per i malcapitati che vivono nel centro storico è sempre il solito. Venerdì o sabato sera, in genere, uno vorrebbe, come dovrebbe essere sacrosanto diritto, magari rilassarsi, vedere la tv, leggere un libro oppure  conversare tranquillamente con gli amici all’aperto.

E, invece, nella zona Piazza Duomo, ad esempio, ci sono locali, un tempo più quieti, che sempre più frequentemente si trasformano in discoteche per compleanni. E che così fin quasi alle due di notte spaccano i timpani, impediscono il sonno a chi ha la fortuna, ma a questo punto sfortuna, di vivere in uno scrigno di pochi metri quadrati dove persino un'ottima musica da piano bar può diventare assordante. E' così piccola la zona riguardata che tra vicoli e suggestivi anfratti qualsiasi suono rimbomba. Figuriamoci poi se uno mette su una musica da discoteca, che, anche se a basso volume, risulta sempre martellante.

Se scendiamo lungo Via del Duomo e Corso Cavour, i verbali della Polizia e dei Vigili Urbani sono da anni cahiers de doléances di sfoghi e denunce da parte di persone costrette a chiamare nottetempo per chiedere di poter dormire. Il copione è sempre il solito, e non per colpa delle gentili ed eroiche forze dell'ordine e dei Vigili Urbani, costretti ad operare con pochi mezzi: una pattuglia va a controllare e si scopre che tutti i permessi sono a posto.

Non solo: accade spesso che alla vista della Polizia, dei Carabinieri o dei Vigili, il volume si abbassi oppure che la musica venga completamente spenta. E così si cerca di far passare per pazzo chi ha osato reclamare. Non si dorme fino a tarda ora, è persino difficile vedere la tv. Caro sindaco Giuseppe Germani, cari predecessori Antonio Concina e Stefano Mocio (perché non è giusto chiamare in causa solo l'amministrazione attuale) si faccia per favore qualcosa. Maggioranza e opposizioni si adoperino per ripristinare un po' di quiete ma non perchè Orvieto debba essere una città museo. Il problema è nazionale. Un luogo d'arte come il nostro meriterebbe una "movida" migliore.