Un rivoluzionario tra la terra e il cielo
Il pianeta aveva bisogno di un uomo come Papa Francesco per questo nostro tempo, un rivoluzionario come solo un Gesuita poteva esserlo e come lo fu Gesù per il suo tempo, e Francesco di Assisi, di cui porta degnamente il nome. Questo nostro tempo permeato dalla rabbia sociale, dal disagio che attraversa molte persone, da un risentimento che viene da lontano, ha strappato l'identità a molti soggetti sostituendola con ideologie non confortate dalla lettura della propria storia, dal pensiero dei padri, di generazioni precedenti.Esseri che avvertono estirpate le loro radici , è da questo vuoto che prende il sopravvento qualsiasi tipo di fanatismo. La malattia non sale da queste radici bensi alberga nella crescita di questi soggetti, e di questo è responsabile il mondo globalizzato,perchè la globalizzazione ha accresciuto le disuguaglianze e la disparità sociali.
E' stato comodo non accorgersi di tutto questo,intanto il malessere covava sotto la cenere per poi esplodere come un vulcano di cui non sappiamo fin dove arriveranno i suoi lapilli.
Ci sono troppe persone dimenticate sparse nel mondo che arrivano fino alle nostre porte come lupi scesi dalla montagna, le nostre porte sono chiuse,i recinti e i muri impossibili da scalare e oltrepassare, e anche là dove non ci sono muri ce ne sono altri invisibili, diaframmi impermeabili di anime disseccate. Francesco sale la scala metafora della vita discorso della montagna e la folla degli uomini accorre trascinata dentro a una babele dove tutti sono osservati da un terzo occhio che tutto vede e vorrebbe stringerci in un cerchio,ma le nostre mani non si toccano, gli occhi non si guardano.
Non siamo i padroni dell'universo la natura ce lo sta insegnando, siamo gli unici depositari di una casa sociale, una cooperativa di uomini ma noi vogliamo essere un Società per azioni che cerca profitti sfruttando altri uomini, espropiando alla natura il suo senso, così facendo moriremo congelati e annegati dalle acque che circondano la terra, o prosciugati da un deserto che avanza e che si unirà già a un deserto esistente nell'animo delle genti. Tra non molto tempo combatteremo le nostre battaglie per la mancanza di acqua, mentre altra acqua sommergerà le nostre città.
Francesco ci parla di tutto questo ma noi non vogliamo ascoltare. Non finisce mai di meravigliarci questo uomo imprevedibile altamente mediatico.
E' di un Papa altamente mediatico che abbiamo bisogno in questo momento, un uomo che percorre le strade del mondo e le vie del pensiero,conosce quali corde sottili toccare con quella sua simpatica cadenza coinvolgente,tenace e incisivo fortemente temerario attraversa le banlieu dell'animo umano là dove altri uomini hanno paura di entrare. Non è certo uomo da vivere nel lussuoso appartamento papale, non sarebbe un esempio, non in linea con le sue parole a cui coerentemente fa seguire i fatti, senza pontificare in modo sterile come altri dall'alto dei loro agi e lusso predicano discorsi di vuote parole, emettendo volume e aria dai polmoni. Non serve la retorica in merito alla sua pastorale, al suo agire inusuale per chi vuole che nulla cambi, per restare adagiato sulle comode vie di un agire solo individuale,uomini di potere ecclesiale e laico dagli stratificati e congelati labirintici percorsi mentali non aperti ai bisogni dell'altro. Ora spetta a noi tutti fare riferimento alla nostra coscienza chiara, diretta e vera.
Le parole di Francesco non hanno secondi fini, e i fatti che ne seguono sono un messaggio per tutti gli uomini della terra e anche per gli uomini di Isis se sapranno ascoltare. Francesco getta ponti chi vuole salga o si avvii per l'ultimo viaggio in terra di nessuno. Francesco sa percorrere i deserti dell'animo umano amplifica il suo messaggio attraversa le menti e i sentimenti, sa attirare l'attenzione anche là dove non esistono sentimenti, e anche là dove non esiste Dio trova ascolto. Un fil rouge attraversa fin dalla sua elezione questo papa che già avvertivo avrebbe scelto questo nome, un presentimento che avrebbe portato lo stesso nome di mio padre che in quei momenti stava vivendo gli ultimi giorni della sua vita. Le sue azioni temerarie sono da vero discepolo di Gesù di cui ne ha preso la croce e come Paolo è partito per fare il missionario, come già lo furono altri gesuiti nel 500 e 600 in terra d'Africa.
Viaggi interiori e viaggi dentro la terra per riunire tutti i popoli del mondo sotto un unico Dio universale. Pensieri i suoi che sembra arrivino per ispirazione divina e vanno dritte al cuore e alla ragione, parole che escono come un soffio di vento che arriva ai potenti della finanza ai ricchi troppo ricchi che posseggono quasi l'intero reddito della terra, ai poveri troppo poveri per essere visibili. Troppe madri Teresa di Calcutta ci vorrebbero oggi da sparpagliare tra i popoli come tante sono le stelle nel cielo, ultime stelle di disperati sognatori. ma la vita piena e ricca in emozioni appartiene ai puri di spirito,e allora i sogni si avvereranno e Francesco sarà l'unico nella storia che rimarrà sempre vivo e presente anche quando non ci saranno più papi e vedremo castelli spaziali dove forse sarà possibile andare per essere più vicini alle stelle.