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"Gli abbiamo rovinato la festa"

venerdì 3 aprile 2015
di Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
"Gli abbiamo rovinato la festa"

Erano andati a Roma, hanno pagato l’Hotel che dà su Montecitorio, avevano trovato l’adesione di Legambiente et similia ed erano così convinti che nessuno li avrebbe più fermati! Invece nella sala del convegno si sono ritrovati tutti i sindaci o assessori del territorio orvietano (Castel Giorgio, Acquapendente, Castel Viscardo, Orvieto, Allerona, San Lorenzo Nuovo) più decine di cittadini contrari alla realizzazione del loro impianto a Castel Giorgio! Non li volevano far entrare (l’albergo era pagato da loro!), non volevano che mostrassero i loro cartelli con scritto “NO alla geotermia speculativa”, non volevano farli parlare dal palco, per non rovinargli la festa, con cura apparecchiata!

Tutto inutile! ITW-LKW ed i suoi amici di Legambiente speravano di impressionare gli illustri ospiti invitati, ma non ci sono riusciti: il direttore generale dei Beni Culturali arch. Francesco Scoppola ha rimarcato come questi impianti presentati come innovativi sono ormai in America-con il sostegno dello stesso Obama- sostituiti da impianti sicuri che utilizzano il calore senza estrarre liquidi dal sottosuolo impedendo così sismicità, consumi dei bacini acquiferi, subsidenze, inquinamento ambientale; il direttore generale dello Sviluppo Economico ing. Franco Terlizzese ha ricordato che -circa Castel Giorgio- il parere dei territori conterà dovendo acquisirsi la necessaria intesa della Regione Umbria come prevede la legge; il vice segretario nazionale dell’UDC Mauro Libè, ex parlamentare, (in rappresentanza del Ministro dell’Ambiente Galletti!), ha ammesso che tra i membri della Commissione VIA-VAS ci sono stati in passato spesso conflitti di interesse, ma che ora il Ministero sta cambiando i membri con procedure trasparenti (in realtà la legge relativa è stata approvata circa un anno fa ed i membri -tutti scaduti in regime di prorogatio- continuano a dare pareri come è successo per Castel Giorgio!). Il presidente della Commissione Ambiente on. Ermete Realacci ha quindi acconsentito, a margine della riunione, ad incontrare i sindaci del territorio sulla vicenda di Castel Giorgio, incontro che avverrà a breve.

Anche gli “ambientalisti “di Legambiente e soci nei loro giornali sono così costretti ad ammettere che al convegno” hanno detto la loro anche i cittadini del territorio a cavallo tra Lazio e Umbria, interessato da alcuni dei progetti pilota sulla geotermia, e i sindaci di Castel Giorgio e Acquapendente che sono intervenuti nel dibattito interloquendo direttamente con Diego Righini di ITW-LKW, l’azienda che vuole realizzare quegli impianti…Ciò che è apparso evidente è l’assoluta mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni che dovrebbero esercitare un controllo “terzo” sulle iniziative imprenditoriali, e di qui la confusione.” Per concludere che “servono allora istituzioni più affidabili e la consapevolezza che in futuro sempre più territori saranno interessati dalle istallazioni di impianti da fonti rinnovabili. Lo slogan del futuro può essere la frase di Diderot “anche il bene va fatto bene”…Insomma andarono per suonare e…furono suonati!

I cittadini umbro laziali, come quelli toscani e sardi (e con loro molti sindaci attenti al loro territorio) sono ormai da mesi in piazza per dire il loro NO alla Geotermia Elettrica Speculative e Inquinante e continueranno finché il Governo ed il Parlamento non rivedranno le normative in vigore.

Aggiornamento:

“Il 14 gennaio 2020 è stato approvato in Parlamento il Green Deal per gli Stati Membri Europei. Tale decreto consiste in un piano di investimenti di 1000 miliardi di euro per i prossimi 10 anni a supporto della lotta contro il cambiamento climatico, l'inquinamento ambientale e la necessità di ridurre le emissioni di CO2. Una delle misure previste dal Green Deal è il Fondo per la Transizione Equa da 7,5 miliardi, destinato a tutte le spese per la decarbonizzazione dell’industria pesante, ovvero per dare sussidio a tutti quei paesi la cui economia e le cui industrie dipendono dall'utilizzo del carbone. Per l'Italia si stima che saranno devoluti 364 milioni di euro per la riconversione di diversi impianti industriali ad oggi alimentati a carbone, e in particolare per la decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto.Per ulteriori informazioni riguardo questa manovra di transizione energetica è possibile trovare un articolo completo sul Green Deal e il Fondo di Transizione Equa per l'Italia qui.”

 


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