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Sulla nuova legge elettorale, un Pd pavido e asservito

martedì 24 febbraio 2015
di Stefano Olimpieri - Identità e Territorio
Sulla nuova legge elettorale, un Pd pavido e asservito

La nuova legge elettorale – costruita ad uso e consumo di quella cultura peruginocentrica che pervade principalmente il PD, ma trasversalmente si incunea anche in tutti gli altri partiti – rappresenta la cartina di tornasole di quel modello politico-gestionale che ha governato l’Umbria nell’ultimo ventennio. Il combinato disposto tra Il collegio unico e quella vergogna che è la doppia preferenza di genere farà terra bruciata delle rappresentanze delle comunità più deboli e più marginali ed accentrerà nelle poche realtà territoriali più forti la totale rappresentanza politica.

Chiunque vinca le elezioni, con questa legge si corre il rischio che almeno 4/5 dei Consiglieri Regionali della prossima legislatura vengano eletti sull’asse Perugia-Foligno, con le immaginabili conseguenze negative per tutte le altre realtà regionali. Di fronte a questo gravissimo e concreto pericolo cosa si è fatto ad Orvieto e nell’orvietano per scongiurare la completa cancellazione della rappresentanza del nostro territorio? Cosa hanno fatto il Sindaco del PD e le Istituzioni locali? Cosa ha fatto il Consigliere Regionale che dovrebbe rappresentare nell’organo legislativo regionale tutte le istanze della gente di questo territorio?

Sono domande retoriche, ma che hanno risposte tutt’altro che retoriche. Nel primo caso, il Sindaco Germani si è limitato a far presentare alla sua maggioranza un ordine del giorno in Consiglio Comunale per sostenere la volontà di avere due collegi elettorali al fine di poter difendere la rappresentanza orvietana in Consiglio Regionale: come sempre avviene, però, degli atti approvati dal Consiglio Comunale di Orvieto – seppur all’unanimità – ai “compagni” di Perugia non gliene può fregare di meno. Ma ancor più grave è il fatto che stanno tutti zitti e che, ne il Sindaco, ne tantomeno il Presidente del Consiglio Comunale, in qualità di garante e rappresentante dell’intera sovranità popolare, hanno alzato una voce per contestare lo sgarbo politico ed istituzionale fatto al Sindaco, all’intero Consiglio Comunale ed a tutta la città da questa legge elettorale.

Nel secondo caso constatiamo il “doppiopesismo” con il quale si muove il Consigliere Fausto Galanello, a seconda che stia ad Orvieto o a Perugia: infatti, dalle parti nostre lo abbiamo sempre sentito affermare che bisognava difendere la rappresentanza territoriale attraverso la divisione dell’Umbria in due collegi, mentre quando doveva assumersi in prima persona l’onere (ed anche l’onore) di difendere le proprie convinzioni nell’emiciclo del Consiglio Regionale cambiava idea e votava per il collegio unico. Probabilmente quel voto gli permetterà di fare un altro “giro sulla giostra”, ma certo con un po’ meno dignità. Di fronte a questi comportamenti, in fondo in fondo, forse hanno ragione coloro che affermano che tra non avere rappresentanti in Regione o averli asserviti e pavidi è meglio non averli.