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Phoenix a cappella live concert, un talent show senza tv

lunedì 23 febbraio 2015
di Cesare Maoli
Phoenix a cappella live concert, un talent show senza tv

Quello che è andato in scena sabato sera al Teatro Santa Cristina di Porano si può ben definire un talent show, nel senso letterale dell'espressione. Il pubblico presente ha infatti ricevuto in regalo per più di un'ora e un quarto uno spettacolo che ha messo in luce il talento puro e coinvolgente di cinque virtuosi del canto. I Cherries on a swing-set sono seguiti da un'audience in costante crescita, specialmente dopo il successo e gli elogi ottenuti lo scorso novembre dal loro spettacolo intitolato Phoenix, in cartellone al Mancinelli.

Sabato non si è assistito a una semplice replica di quello show, perché si sono potute apprezzare alcune nuove scelte che hanno arricchito il programma già noto. La qualità artistica più spiccata dello stile interpretativo del gruppo è un'estrema cura nel far risaltare il tessuto armonico dei brani scelti con una bellezza e pulizia di suono che sfiora la perfezione. In ciascuno dei pezzi proposti si avverte un notevole intervento preliminare di arrangiamento e orchestrazione, indispensabile per un'esecuzione "a cappella", che viene affidato al leader riconosciuto del quintetto, Stefano Benini.

Ma sul palco il suo lavoro si concretizza poi in una fusione affascinante delle voci che nasce dalla bravura e dall'energia espressiva dell'intera band: dai toni cristallini delle tre ragazze a quelli corposi dei due cantanti, a turno impegnati in una difficile tecnica di sostegno armonico e ritmico che supplisce all'assenza degli strumenti. E al di là di questo, anche lo show di Porano ha contagiato il pubblico con un evidente "piacere di far musica", gioioso ed entusiastico ma mai superficiale. Nel percorso dei Cherries, passando dalle sonorità medievali di Phoenix, che a me ricordano i Carmina Burana, alle emozionanti interpretazioni di Non, je ne regrette de rien e di We are the champions o alla riscoperta di una meravigliosa canzone popolare sarda.

Non potho reposare, si segue la traccia di un gusto in cerca di affinità da riconoscere in stili e generi a volte tra loro contrastanti. Lontana anni-luce da questo modo di fare musica è la smania esasperata di competizione che domina invece nei talent show televisivi, tuttora così influenti nel determinare il successo di questo o quel giovane artista. Personalmente, mi fa molto piacere che i Cherries siano estranei a quei percorsi a ostacoli, di cui dimostrano di non avere affatto bisogno. La competizione, da sempre, rimuove ed esclude: mentre l'arte, da sempre, commuove e accomuna.