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La causa delle esondazioni del fiume Paglia. Un'interessante analisi presentata dal prof. Cencetti

lunedì 23 febbraio 2015
di Roberto Minervini
La causa delle esondazioni del fiume Paglia. Un'interessante analisi presentata dal prof. Cencetti

Il 19 febbraio 2015 è un giorno importante per il Comune di Orvieto. Si è infatti attivato il Contratto di Fiume che, come ormai molti sanno, consentirà la partecipazione della cittadinanza alla pianificazione territoriale. All’importante convegno c’era molta gente e gli interventi si sono susseguiti destando il giusto interesse da parte dei presenti, ma non voglio tediare nessuno con una descrizione dell’andamento dei lavori, decisamente interessanti, di cui è già in pubblicazione il resoconto diffuso dal Comune di Orvieto. Io vorrei solo evidenziare, in questo breve scritto, alcuni momenti della giornata che meritano di essere meglio diffusi, anche perché talvolta, specie quando si usano linguaggi tecnici e grafici esplicativi, non sempre importanti informazioni vengono recepite nella dovuta maniera. Oltre al fatto che non tutti gli interessati sono potuti essere presenti all’interessante convegno.

Probabilmente non si è più parlato così tanto del Paglia dal tempo dell’alluvione e devo dire che ormai si configura sempre di più la caratteristica di questa tipologia di azione di pianificazione che deve essere (altrimenti non sarebbe un” Contatto di Fiume”) necessariamente stimolata dal basso. Non credo di fare torto ad alcuno se affermo che forse chi più di altri ha focalizzato l’attenzione della sala è stato il Prof Cencetti, docente del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, il quale con grande chiarezza ha spiegato come sia possibile trovare forti correlazioni fra la grande attività estrattiva praticata sul Fiume Paglia ed i suoi periodici fenomeni alluvionali.

Detto in breve secondo il Prof. Cencetti l’attività estrattiva infatti, sotto forma soprattutto di cave di sabbia e ghiaia, sottraendo ingenti quantità di materiale dal letto del fiume, ne provoca il suo abbassamento aumentando la velocità dell’acqua che si scava così un alveo molto stretto e profondo. La cosa è stata ben illustrata da foto attuali del Paglia prese dall’alto e comparate con altre foto risalenti ai primi anni ’50 e da alcuni disegni.

Mi ha quindi molto impressionato evincere con chiarezza come infatti il Paglia si sia “incanalato” nel tratto terminale del suo percorso, occupando solo una parte residuale del suo grande letto originale, ed acquistando quindi velocità. Nelle condizioni di piena per eventi atmosferici molto intensi sarebbe invece cosa opportuna che l’acqua che scorre nell’alveo potesse “espandersi” su una superficie molto vasta (com’era il letto originale del fiume) per smorzare la sua velocità e ridurre così gli effetti negativi dell’onda di piena. A seguito invece delle attività estrattive, e della conseguente erosione del letto del fiume (infossamento), l’onda di piena velocizzata è fortemente agevolata nel generare i suoi effetti più disastrosi.

Il prof Cencetti ha inoltre avanzato forti dubbi sulla responsabilità dei cambiamenti climatici come causa primaria delle piene. I fenomeni meteorici ad essi attribuiti non giustificherebbero infatti i tanti episodi alluvionali come quelli da lui citati per il Fiume Paglia del 2010 e del 2012. La sua interessante e chiarissima presentazione si è quindi conclusa mostrando una frase: ”I problemi di erosione sono i diretti responsabili dei fenomeni di alluvionamento”. Frase questa, praticamente un monito per chi vuol capire, che apre pertanto molte riflessioni sull’uso del fiume praticato in questi ultimi decenni e riporta subito alla mente quanto affermato di recente da Papa Francesco: “L’uomo può perdonare, Dio può perdonare, la Natura mai”.

In considerazione quindi di questa presentazione, che credo meriti la massima fiducia sia per chi l’ha proposta che per la condivisibile logica delle argomentazioni, viene spontaneo chiedersi quando, come e cosa si voglia fare per non incorrere più nell’evento catastrofico del 12 Novembre 2012. E’ evidente che ci si deve attivare con immediatezza e determinazione, visto che stiamo parlando proprio del “Contratto di Fiume del Fiume Paglia”, per intervenire affinché il fiume recuperi il più rapidamente possibile il suo aspetto naturale. Questa tematica, che può generare gravi ripercussioni sulla sicurezza di persone e cose, dovrebbe, a mio modesto parere, essere posta agli esperti del settore con la massima urgenza. Perdere tempo su questi aspetti, come sappiamo, in Liguria non ha portato bene. Anche in considerazione del fatto che sono in corso progetti ed interventi sul Paglia per la mitigazione del rischio da esondazione.

Mi sembrava utile che la cittadinanza fosse messa al corrente di questa importante informazione emersa durante la prima Assemblea del Contrasto di Fiume del Fiume Paglia.