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Terzo calanco? Redde rationem nel PD

venerdì 23 gennaio 2015
di Stefano Olimpieri, Identità e Territorio
Terzo calanco? Redde rationem nel PD

Al di là del merito giudiziario, la sentenza del TAR che riapre la possibilità di realizzare il terzo calanco mette sul tavolo nuovamente la questione ambientale sul nostro territorio e, soprattutto, cancella quel velo di ipocrisia che fino ad oggi ha nascosto le vere contrapposizioni che albergano all’interno del PD orvietano.

E’ arci noto a tutti che rifiuti e discarica hanno avuto una valenza assolutamente preminente nel contesto politico ed economico della nostra realtà, tanto che per anni sono stati l’ombelico politico intorno al quale tutto ruotava e tutto doveva incanalarsi: i bilanci del Comune, le scelte urbanistiche ed infrastrutturali, le mutazioni (quasi) genetiche di alcune realtà imprenditoriali nate con fini mutualistici e cooperativistici e diventate poi società di capitali, fino ad arrivare alla costruzione di un sistema osmotico tra carriere politiche ed attività imprenditoriali.

Piaccia o no, con l’arrivo di Concina quell’ombelico è stato reciso di netto ed in materia ambientale sono state messe in campo scelte in controtendenza, impedendo qualsiasi ipotesi di terzo calanco e facendo della difesa del territorio e della salvaguardia della nostra specificità ambientale un elemento fondamentale nella visione strategica di città. In buona sostanza, la precedente maggioranza, oltre ad aver dimostrato con fatti concludenti una grande sensibilità ambientale, ha sempre dimostrato di avere una linea politica ferma e coerente contro qualsivoglia ipotesi di apertura del terzo calanco che avrebbe significato maggior vita della discarica e maggiori tonnellate di rifiuti conferiti.

Se quello che è accaduto nei cinque anni di Amministrazione Concina è chiaro ed incontrovertibile, risulta altrettanto chiaro ed incontrovertibile che questa sentenza del TAR sarà il detonatore con il quale esploderà la bomba all’interno dell’attuale maggioranza di sinistra e, soprattutto, all’interno del suo partito egemone. E’ indubbio, infatti, che le contrapposizioni all’interno della sinistra nostrana hanno caratterizzato questi primi sette mesi di Amministrazione Germani (a detta comune quanto mai disastrosi) ed hanno posto le basi alla costruzione di posizionamenti e saldature tra i blocchi di potere in cerca di spazi di agibilità all’interno del Partito Democratico: il “redde rationem” – quello vero - sta per iniziare, ed in questa ottica vanno inquadrate le recentissime denunce politiche e le prese di posizione fatte a mezzo stampa da importanti ed apicali esponenti del PD.

La questione terzo calanco, unitamente alle imminenti elezioni regionali, costituisce chiaramente l’inizio della resa dei conti ed il punto di partenza del “ritorno al passato”, attraverso la riproposizione dei quel modello fondato sulle lotte correntizie e sulla contrapposizione per la gestione del potere che ha imperversato dalla fine degli anni ottanta fino all’avvento di Concina: il tutto – come sempre è stato – sulla pelle di Orvieto e degli orvietani. Con buona pace di tanti elettori, già prematuramente ed abbondantemente pentiti.