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Lettera aperta di Lamberto Custodi al segretario del Pd di Orvieto, Andrea Scopetti

venerdì 16 gennaio 2015
di Lamberto Custodi
Lettera aperta di Lamberto Custodi al segretario del Pd di Orvieto, Andrea Scopetti

Il Segretario del PD Andrea Scopetti, conferma, semmai necessitasse, un Suo caratteristico modo di valutare e rapportarsi con il Mondo che lo circonda, mi riferisco ovviamente al ns. piccolo mondo politico: > da una parte i “Buoni” : Lui e quelli che ritiene Suoi Fedelissimi o Tifosi >dall’altra i “Cattivi”: ovvero coloro che manifestano, seppure nelle forme più corrette e rispettose possibili, la propensione a pensarla in maniera diversa Lui; una propensione che ovviamente Lo irrita ed innervosisce oltremodo.

Ho appreso in questi giorni di essere stato collocato fra i Cattivi e per di più fra i Cattivi che si occupano di politica al solo scopo di curare “interessi personali” Naturalmente il Nostro Segretario non si cura di precisare l’affermazione, ma nel merito lascia tuttavia intendere di saperla lunga. Pazienza, per verificare la congruità e liceità di tale affermazione avremo modo di confrontarci in maniera approfondita e circostanziata, in altre e più appropriate sedi e forme. Oggi vorrei provare, con tutta la modestia e consapevolezza dei miei limiti, a fare un ragionamento su dati e aspetti di carattere politico.

Il primo ragionamento: riguarda l’ultimo Coordinamento Comunale del 16 dicembre 2014 Il documento di riorganizzazione proposto dal Segretario – giudizio personale “ un variegato copia e incolla condito da un’imbarazzante dose di autoritarismo di modesto profilo ( un documento che in altro contesto non esiterei a definire Padronale)”, dopo una batteria di surreali votazioni (si sono rese necessarie tre sessioni)ha ottenuto 28 voti favorevoli – 24 contrari – 2 astenuti – (due membri hanno inteso non partecipare)

Stando alla rigida logica dei numeri, ammesso e non concesso che la votazione sia valida , così come i voti siano tutti ammissibili , in termini percentuali stiamo parlando di un consenso : >inferiore al 52 % dei partecipanti >inferiore al 50%, ovvero minoritario rispetto agli aventi diritto al voto Nella sostanza, è oggettivo e chiaro, che Scopetti ha ricevuto un consenso inferiore al 50% dei membri eletti nel Coordinamento Comunale Nel 2012, in un contestatissimo Congresso, sostenuto da una pluralità di persone che oggi in larga parte ripudia con manifesto senso di fastidio ed insofferenza, Scopetti, raccolse il il 72% circa dei voti

Nel 2013 lo stesso Scopetti venne eletto all’unanimità dopo un Congresso pacifico, privo di spigoli, finalizzato ad offrire allo stesso un’occasione unica e forse non ripetibile di riorganizzare e solidificare il Partito su una base ampia di consensi e partecipazione La disponibilità concessa allora da Tutto il Partito, è stata da Scopetti del tutto incompresa o peggio fraintesa e umiliata; l’occasione di mettere alle spalle un periodo delicato e controverso, è stata gettata al vento per ragioni su cui ognuno può fare le proprie ipotesi e dare le proprie spiegazioni, ma il dato politico che oggi emerge, oggettivo ed incontestabile, a Tutti evidente, è:

Nel 2014, la metà del Partito di Orvieto non condivide più la Gestione del Segretario Scopetti e le Sue proposte Se quel consenso che appena 12 mesi or sono era unanime, è oggi precipitato in prossimità della minoranza, qualcosa dovrà essere pur successo; qualcosa certamente di importante , ma il Nostro, a giudicare dalle allegre dichiarazioni, se la canta e se la suona, tergiversando e travisando sui dati e sulla realtà, come un Re nudo geloso di una poltroncina un tempo da Lui stesso ritenuta ammorbata dai peggiori germi e oggi miracolosamente sanata sulla via del nuovo che avanza.

Naturalmente ha avvertito il rischio che avrebbe corso rinserrandosi nella torre di Via Pianzola in perfetta solitudine ed è corso a cercare ripari convocando, di soppiatto, alcuni dei meno “cattivi” ai quali pare che abbia offerto una sorta di tregua. Segni implacabili del rinnovamento che avanza ?? Può essere, ma il punto centrale ed inconfutabile è di carattere politico, il nodo riguarda e rimane: “la legittimazione di un Segretario che oggi non è più figura di sintesi, ma di divisione”.

Il secondo ragionamento riguarda: il consuntivo che Scopetti fa della sua gestione. Al di là dei convenevoli autocelebrativi, la storia è diversa da come egli prova a raccontarla ovvero da come io la leggo Avrebbe voluto fare il candidato Sindaco, ma non gli è bastato il coraggio - avrebbe desiderato un’investitura al pari di un “Salvatore della Patria”, cosicché ha procrastinato il momento del confronto sul candidato ben oltre i tempi supplementari - resosi infine conto del fallimento di questa strategia, ha bussato – ma stavamo già ai calci di rigore - a innumerevoli porte e conventi, alla ricerca di un candidato unitario o da opporre a Germani. I risultati sono noti.

Il Nostro Segretario è inoltre solito attribuirsi il merito di aver vinto le elezioni quando ciò andrebbe più correttamente assegnato alle tante persone che, a differenza dello stesso, con grande senso di responsabilità, talora mettendoci la faccia, non hanno serbato rancore né ordito vendette. Molti votanti del PD delle Europee hanno preferito, alle Amministrative, rivolgersi altrove; è un dato che si è ripetuto anche in altre parti, ma da un Cantore del rinnovamento ci saremmo aspettati un qualche pur minimo segnale di consapevolezza. Cambiare idea è cosa lecita, a casa propria lo si fa (forse) senza chiedere il permesso a nessuno, ma il PD di Orvieto, almeno per come lo immagino io e molti, molti altri insieme a me, non dovrebbe avere proprietari e quindi se si cambia idea si torna dagli Iscritti e si chiede Loro di pronunciarsi sulla faccenda.

Sempre dal lato della gestione politica del PD, a Scopetti va riconosciuto l’indubbio merito di aver finalmente debellato quella sfibrante e noiosa pratica del confronto democratico - ha sfatto e rifatto la Segreteria come più gli piaceva senza spiegare niente a nessuno - ha insegnato un po’ di modestia ai membri della Direzione, tanto da far ritenere ai medesimi inutile la loro partecipazione e il loro contributo - per il Coordinamento Comunale poi (la massima assemblea democratica del PD) ,probabilmente ritenuto un cerimoniale inutile e seccante, ha reso pressoché d’obbligo l’auto-convocazione sui temi più rilevanti È successo con la Festa 2014, è successo più volte nuovamente in tempi recenti e ho il timore che succederà ancora.

Ma qual è idea di democrazia che ha in testa il Segretario del PD di Orvieto? È mai possibile che ogni occasione di confronto tra idee diverse venga da Lui con cura evitata o, peggio, silenziata? Se la Direzione è inutile, se il Coordinamento serve tutt’al più a ratificare decisioni prese altrove, se la Segreteria è come la tela di Penelope, è lecito dubitare del carattere democratico della conduzione di questo partito? C’è anche un’altra questione che credo Scopetti sottovaluti : Egli può anche giocare a fare il “Piccolo Renzi” (nutro peraltro forti dubbi che abbia i talenti del Premier), può anche esibire un piglio decisionista e scanzonato, ma per fare ciò, dopo l’apparenza necessita sostanza, bisogna saper prefigurare un percorso, dare una direzione, essere capaci di gestire un progetto nella consapevolezza delle proprie capacità e limiti - diversamente si finisce per fare di professione l’avvelenatore di pozzi o il mestierante, non certamente il Politico utile alla causa comune

Per concludere veniamo allora al terzo ragionamento: Il Partito Democratico di Orvieto. Orvieto ha certamente bisogno del Partito Democratico, ma non di questo Partito Democratico; così come attualmente gestito, credo sia destinato all’irrilevanza tanto sul piano politico, quanto del reale e concreto contributo che si richiede per il rilancio e lo sviluppo della Città . Se un Partito si pone a servizio prevalente di ambizioni personali, diventa sempre più autoreferenziale e refrattario ad ogni dialettica, debole ed ininfluente nei confronti di qualsiasi interlocutore, accartocciato su di sé.

E’ necessario altro, se vogliamo evitare la sterilizzazione delle idee, se vogliamo rilanciare con autorevolezza il dialogo con la Città e nuove iniziative Nella città rimbomba un assordante silenzio del PD su temi decisivi: la crisi del sistema produttivo locale e l’urgenza di un suo rilancio- le misure di sostegno al lavoro e alle famiglie in difficoltà - la legge elettorale regionale- le questioni ambientali, urbanistiche ed energetiche- la nuova programmazione comunitaria- i nodi irrisolti delle infrastrutture e della sanità. Ancora oggi, a oltre 6 mesi dalle elezioni comunali che hanno visto tornare al governo della città una coalizione di centro sinistra, il PD è sostanzialmente silente o pressoché assente sul grande tema della programmazione strategica di territorio con la quale avviare un progetto di condivisione di obiettivi di crescita con i cittadini, le imprese, le organizzazioni di categoria, le fondazioni, gli istituti bancari, le associazioni culturali.

In definitiva le domande che sorgono spontanee leggendo le dichiarazioni e la conferenza stampa rilasciata dal Segretario Scopetti a seguire il Coordinamento Comunale ultimo del 16 dicembre 2014 sono : >“ Scopetti vuole fare un partito utile alla città di Orvieto e alle persone che la abitano, oppure vuole asserragliarsi a difesa di una carica già parzialmente erosa dal venir meno di un consenso nato su premesse tramontate? “ >“Vuole costruire un partito aperto alla discussione o un comitato di supporter insofferenti a tutto ciò che dispiace al capo? “ >Ci dica infine, una volta per tutte, per discutere di politica, sarà ancora obbligatoria la raccolta delle firme così da costringere il presidente del Partito Democratico alla convocazione del Coordinamento Comunale, oppure ? Io sono pronto a farlo ancora e sono certo insieme a me molti altri, ma la cosa, è certo, non entusiasma affatto alcuno.