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Celebriamo la memoria e l'attualità dei martiri di Camorena

venerdì 28 marzo 2014
di Pier Giorgio Oliveti (Anpi Orvieto)
Celebriamo la memoria e l'attualità dei martiri di Camorena

Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari, Alberto Poggiani, Dilio Rossi, Amore Rufini, Ulderico Stornelli: questi i nomi indimenticati dei sette trucidati a Camorena da un gruppo di fascisti orvietani. Furono tristemente passati per le armi alla sinistra del Paglia, a pochi metri dalle loro case dove erano nati e vissuti, quando la Primavera - quella meteorologica e quella politica e sociale - solo s'intravvedeva...Ciò avvenne solo pochi mesi dopo altri sette che subirono lo stesso fatale destino di martirio e di gloria, i  fratelli Cervi, Gelindo, Antenore, Aldo,Ferdinando,Agostino,Ovidio ed Ettore, fucilati a Reggio Emilia.

Sappiamo benissimo che nell'Italia del 2014, un paese che tenta il riscatto in ogni settore ma che ad uno sguardo superficiale sembra "moralmente compromesso", dove la democrazia spesso - non sempre - è ridotta a macerie e contraddetta nei fatti più che nei principi, parlare di valori democratici può sembrare retorico e fuorviante in particolare alle orecchie dei giovani. Invece come cittadini responsabili e come Anpi lo diciamo forte e chiaro, è proprio in momenti difficili che tocca fare appello a tutte le risorse morali e culturali personali e collettive che ci consentono di guardare avanti con l'ottimismo della ragione. A settant'anni dal fatto, i Martiri di Camorena rappresentano una ferita indelebile nel cuore della società orvietana, una ferita che è oggi e sempre sarà in futuro, anno per anno, motivo di memoria e di riflessione profonda sulle fondamenta del nostro sistema sociale che nasce dalla Resistenza e dal riscatto di un popolo offeso ed oppresso.

Ciò nonostante abbiamo l'obbligo morale e l'impegno anche verso le vittime che si sono immolate per noi per costruire un futuro di pace e di prosperità per tutti, di ricordare e di traguardare una società più solidale e coesa, capace di trovare in se stessa le ragioni di giustizia sociale, di responsabilità sociale condivisa, di condivisione, che sole possono arginare il degrado che - lo sappiamo bene tutti - è prima morale e ideale e solo dopo economico e sociale della nostra realtà, orvietana e nazionale. Da ultimo invitando tutti noi domani a ripensare ai Sette di Camorena, un'esortazione in particolare alle nuove generazioni a leggere e rileggere sempre i libri di storia, in carta o sull'i-pad, affinché il disastro non si ripeta. Quando nel 1992 grazie ai buoni uffici dell'Onu e della Compagnia di Sant'Egidio il Frelimo firmò la pace con il Renamo dopo vent'anni di guerra civile spaventosa in Mozambico costata oltre un milione di morti, nel trattato di pace si firmò - incredibile ma vero - l'amnistia, ovvero lo stop a vendette incrociate che consentì di ricostruire una speranza di futuro. Oggi più che mai anche nel nostro paese abbiamo bisogno non certo di dimenticare ma di riappacificare gli animi per poter costruire uno sviluppo per il paese su basi nuove. La chiave è la "democrazia partecipativa".


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