opinioni

Ufficio turistico, forma e sostanza

venerdì 7 marzo 2014
di Fausto Ermini, capogruppo minoranza Castel Viscardo

Le proteste dell'Amministrazione Comunale di Castel Viscardo per il trasferimento alla ex Piave di Orvieto dell'ufficio turistico, se possono incontrare qualche punto di convergenza formale sono destinate però a soccombere con evidenza sotto il profilo sostanziale per diversi motivi.

In primo luogo è d'obbligo l'ottimizzazione degli spazi e il risparmio, soprattutto in momenti in cui ai cittadini vengono chiesti sacrifici personali sempre più pesanti. In secondo luogo i locali attigui alla funicolare utilizzati come front-office potranno orientare in maniera tempestiva ed efficace il turista in arrivo nel centro storico. Quello in partenza da Orvieto riceverà un ultimo appello e sarà forse invogliato ad approfondire soprattutto il fascino del territorio.

Infine i limitrofi spazi della ex Piave potrebbero costituire, soprattutto per le attività artigianali ed enogastronomiche del Comprensorio, una vetrina potenzialmente amplissima e a costi limitati. E' d'obbligo ricordare a questo proposito la felice esperienza di "Umbria Artigianato" negli anni '70. In capienti locali vicino al Mancinelli e non in un "buco" a Piazza Duomo, trovavano efficace pubblicizzazione proprio i fornaciari di Castel Viscardo insieme ai falegnami delle Prese, ai "cocciari" di Ficulle, ai fabbri di Guardea e a mille altri "testimonial" del nostro territorio.


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