opinioni

Bisogna saper cogliere il "vento americano"

venerdì 14 febbraio 2014
di Aramo Ermini

Sono andato, in passato, a visitare qualche mostra di pittura alle Scuderie del Quirinale, vicino al Palazzo Presidenziale. Ho potuto godere, ad esempio, della mostra dedicata a Lorenzo Lotto, al Botticelli. Da lì ho anche fatto piccole scappate al Palazzo delle Esposizioni, nella vicina via Nazionale dove, per esempio, ho visitato l'esposizione dedicata al tema Homo Sapiens o alla pittura Russa dell'era sovietica.

Ad Orvieto sono molti i Palazzi, edifici belli, oramai vuoti e inutilizzati.
Ultimo il Palazzo che ospitava il Tribunale, ma c'è il convento del vecchio Ospedale in piazza Duomo, lo stesso Palazzo dei Sette, con le sue belle sale, oggi sottoutilizzato...

Cosa lega le mostre romane, i Palazzi di Orvieto vuoti e gli articoli recenti di giornalisti Americani - il " vento Americano " - sulla stampa USA, favorevoli alla nostra cittadina d'arte?

Li lega il fatto che Orvieto potrebbe essere la sede ideale, vista la vicinanza a grandi città - Roma, Firenze - e l'ottimo collegamento - A1 e linea ferroviaria Roma, Firenze, Milano -, per mostre d'arte, ospitate in uno dei suoi Palazzi storici.

Non è un'idea peregrina mettere al lavoro un team pubblico-privato per iniziare, nella nostra cittadina, un ciclo di mostre d'arte che porti visitatori, italiani e stranieri, soprattutto nel periodo invernale che è di minor afflusso turistico.

A mio avviso il rilancio di Orvieto, la prosperità dei suoi cittadini, il lavoro per i giovani e i meno giovani, passa per iniziative come questa, dal coraggio di intraprendere e rischiare e non dal " tirare a campare ".

Le migliaia di visitatori attesi Bologna per ammirare "La ragazza dall'orecchino di Perla" di Vermeer insegnano.
Certo Orvieto non né Roma, né Bologna, ma la nostra città d'arte ha carte da giocare.

Giochiamole!