opinioni

Il diritto del cane, prima di tutto

domenica 19 gennaio 2014
di Aurora Cantini

La consuetudine è una fonte del diritto che nasce da un comportamento sociale ripetuto nel tempo , sino a che è sentito come obbligatorio e giuridicamente vincolante per tutti. Essa si fonda su due caratteristiche: la ripetitività o " diuturnitas" di un determinato comportamento nel tempo e la convinzione che tale comportamento sia doveroso e da considerarsi moralmente obbligatorio,la cosiddetta "opinio iuris ac necessitatis"

Ebbene, la consuetudine, da parte di molti, di far defecare i propri cani per le vie della città di Orvieto ,e di lasciare per strada i frutti dell'evacuazione , ha assunto ormai una dimensione talmente elevata , al punto che si è radicata in essi la convinzione che debba essere considerata un loro sacrosanto diritto. Sì,proprio così, si è venuto affermando il diritto di far evacuare il cane per strada connesso a quello, conseguente, di non raccogliere il prodotto del proprio quadrupede,confidando nel fatto che tanto, prima o poi, ci penserà il vento a seccarlo , o la pioggia a scioglierlo, o qualcun altro a toglierlo di mezzo.

Cosa importa, è un problema che non si pongono minimamente,continuano dritti per la loro strada, incuranti e per nulla turbati dal "regalino" che hanno fatto alla città e ai suoi abitanti e forti soprattutto del fatto che ,comunque , nessuno sanzionerà la loro condotta incivile. E di regalini di questo genere ne abbiamo a profusione. Basta fare una semplice passeggiata intorno alla Rupe, per constatare che non esiste alcun vicolo o via di Orvieto,a parte forse il Corso e la Via del Duomo, che sia stato risparmiato da tale scempio. Ogni giorno,bisogna fare lo slalom per non calpestarli. Infatti, pur prestando la massima attenzione a dove si mettono i piedi,spesso non si riesce ad evitarli,vuoi perché semicoperti dall'erba ,vuoi perché si mimetizzano col suolo e vengono scambiati per foglie o altro. E ,quando la tua scarpina fa "chac",ormai il dado è tratto,non puoi farci nulla....hai calpestato "la cosa marrone " che qualcuno ha lasciato prima del tuo passaggio ,magari avendo al guinzaglio più cani,come ora va di moda,che , inevitabilmente, generano più prodotto.

Ma si dirà.... in fondo si tratta di un povero animale .... e che sarà mai...! Sì, perché secondo questa visuale distorta, l'altra parte della cittadinanza , che critica la cattiva abitudine, percepita e acquisita invece come un diritto, paradossalmente finisce per essere bollata come antianimalista ed anche intollerante,per non dire di peggio; e ciò soltanto perché rivendica l'altro diritto, sacrosanto, a muoversi e godersi la propria città , senza essere costretta ad assistere a spettacoli così degradanti, oltre che contrari alle più elementari norme di igiene.

Sono consapevole che questa mia esternazione provocherà polemiche e prese di posizione in difesa degli animali ; ci sarà sempre qualcuno col ditino alzato che ,dividendo la lavagna a metà, come si faceva a scuola, farà la lista dei buoni , da un parte, e i cattivi dall'altra ,includendomi tra questi ultimi, solo perché , nella sostanza ,chiedo di vivere in una città pulita. Ma non importa; si potrà dire di tutto e di più,si potrà fare della stucchevole retorica sull'amore per gli animali,ormai parificati nei diritti agli uomini, ma quello che non si potrà fare è negare l'evidenza: la città di Orvieto è diventata un cesso permanente per cani.

La realtà è sotto gli occhi di tutti,anche di cui non vuol vedere o,peggio, fa finta di non vedere. Non rimane che augurarci e sperare che , anche in vista dei prossimi importanti appuntamenti che porranno Orvieto alla ribalta dell'opinione pubblica , prevalga in tutti quel senso civico e di rispetto - non soltanto per l'ambiente , ma anche nei confronti del prossimo - per far sì che la città riacquisti quel decoro che si merita e che ora sembra essersi smarrito tra gli escrementi dei nostri cari amici a quattro zampe.