opinioni

La politica orvietana

giovedì 24 ottobre 2013
di Leonardo Brugiotti

Purtroppo si deve oggettivamente riscontrare un dato di fatto inequivocabile: IL LIVELLO DEL DIALOGO POLITICO AD ORVIETO E' ORMAI SCESO AD UN LIVELLO CHE PIU' BASSO NON SI PUO'. La città è schiacciata da mille seri problemi, di cui l'elenco è ormai noto a tutti ma, il dibattito verte su argomenti che seppur seri, quale quello dei cani, non rappresentano le priorità su cui si dovrebbe lavorare.

Mi chiedo dove siano finite l'obbiettività e l'onestà intellettuale. La voluta e perseguita cecità di Concina ne dipingono un ritratto che nulla a che vedere con quello di Dorian Gray...il tempo passa ed i problemi rimangono. Nel frattempo la campagna elettorale inizia ad accendersi e trionfalmente Toni Concina, proclama la sua volontà di ricandidarsi. L'onestà intellettuale avrebbe richiesto prima cosa un mea culpa, per un lavoro di quasi cinque anni svolto " ventre a terra " per andare non si dove, ed elencare quanto di positivo è stato fatto per la città e, viceversa, quanto non è stato fatto; possibilmente senza fare il solito piagnisteo sulla mancanza di soldi e addossando colpe a regione, provincia e precedenti amministrazioni...di seguito, Concina dovrebbe iniziare ad illustrare il programma politico che intenderebbe portare avanti, possibilmente senza riferimenti a personaggi straordinari che non si sono mai visti; dovrebbe illustrare le iniziative che ha in mente e soprattutto dove pensa di trovare i fondi necessari per attuarle; dovrebbe farci sapere (se ci sono) quali siano i parlamentari di riferimento con cui dialogare nelle sedi del governo centrale, perché, se non vado errato, qui di alti personaggi romani che hanno fattivamente operato non se sono visti...congressi politici molti...chiacchiere tante...pranzi diversi...SOLUZIONI E PROPOSTE ZERO.

Ogni tanto esce fuori il patto con Roma...quali sono le novità ?...cosa dice il Sindaco della Capitale Marino?... dialogano colui e Concina o anche questa è una iniziativa effimera ed utilizzabile solo in certi momenti per il solito fumo negli occhi?... Risulta che l'assessore Margottini (senza più velleitarismi di ruoli apicali nella sua città di provenienza), abbia acquistato i cestini per gettare le deiezioni dei cani; atto apprezzabile e di grande civiltà, che ci alza il punteggio nei confronti del sig. U.N.E.S.C.O. nel frattempo degli altri problemi si è persa traccia, TUUTO BUIO COME I PALAZZI DI Orvieto che dovevano essere illuminati. Negli ultimi tempi Concina ha propagandato (tirandosi poi indietro) la stesura di un nuovo P.R.G., ma dopo qualche articolo sulla stampa l'argomento (essendo complicato, molto complicato) è stato ibernato (o almeno così sembra), vista la scarsità di nuovi aggiornamenti. Non voglio parlare del problema alluvione per rispetto di chi l'ha subita e visto anche come sia Concina che Margottini abbiano bene imparato la tecnica dello slalom speciale tra i paletti rappresentati dai problemi (infatti li evitano) e così, pensano di arrivare al traguardo finale. Purtroppo (o per fortuna) ad Orvieto anche i muri hanno occhi ed orecchie e le notizie volano. La minoranza ha iniziato a pensare cosa deve fare prossimamente...la maggioranza (quel che resta) è coerente con se stessa, non ha mai saputo cosa fare e quindi nemmeno ci pensa.

Giustamente il consigliere Meffi fa notare che l'ordinanza sui cani va rivista, il consigliere Ranchino vota contro il mantenimento del Centro Studi, il consigliere Leoni ormai è impegnato a dialogare tutti i lunedì con Franco Raimondo Barbabella il resto sta l'. Le poche proposte, fermamente difese dal mitico crocerossino del sindaco, Olimpieri, sembrano ormai sempre più volte a prendersela con gli animali... spariamo ai piccioni, non facciamo uscire i cani...tanto gli animali poverini non possono protestare e soprattutto non votano. E degli abitanti che ne vogliamo fare?... Restiamo in attesa del prossimo consiglio comunale, magari qualche novità ce la daranno, fortunatamente è stato risolto il problema dei sommergibili del presidente Frizza. Costantino sognò una croce e ne fece il suo motto...In Hoc Signo Vinces... Gli orvietani sulla Croce ci sono stati messi, da una amministrazione che non ha saputo amministrare l'occasione ed il rinnovamento.