opinioni

Tempo di caccia. Il canto del coccodrillo

domenica 18 agosto 2013
di Sergio Gunnella, Presidenza ‘Circolo cacciatori EPS della provincia di Terni’

In odore di apertura della caccia e del rinnovo dei comitati di gestione degli ATC ormai decotti nei tempi, ma soprattutto nei risultati deludenti che hanno ottenuto fino a oggi in campo faunistico, le associazioni venatiche blasonate, si scambiano fra loro moniti e proclami sulle pagine umbre dei nostri quotidiani. Ognuna di esse assegna alla consorella responsabilità di insuccessi che - in verità - hanno condiviso insieme, dal momento che siedono tutte allo stesso tavolo di lavoro dell' ATC. Un paradosso megarico assimilabile, se vogliamo, alla parabola del coccodrillo che, dopo aver digerito la vittima, ne compiange l' esistenza. Così si legge che l' associazione X, che insieme a quella Y, K e Z gestiscono le Zone di Ripopolamento e Cattura, alla fine della festa, si accorgano (tutte insieme!) che da questo istituto dal quale dovrebbe sortire selvaggina ecologicamente equilibrata, non se ne ricava una penna.

Ecco che allora comincia il balletto delle responsabilità. Non uscendone, finiscono ogni anno col decidere - tutte insieme! - di acquistare selvaggina gabbiarola dal Centro di riproduzione di San Vito che, fatalmente, è di proprietà della regione Umbria. Come dire: dal produttore al consumatore. Succede così che, sia l' associazione X che quella Y (ma anche la K e la Z), cercando di carpirsi a vicenda il rinnovo della tessera associativa da parte dei cacciatori, sparino a zero sugli insuccessi di questo o di quello, fino ad arrivare ad imputare ad altre consorelle, colpe che in verità sono attribuibili solamente a loro stesse, dal momento che tutte mangiano nello stesso piatto. Questa è la ragione per la quale, alla maniera di Bertoldo, l' attività venatica continua a rimanere all' interno di un sacco pieno di nodi. Tutte le componenti venatiche criticano le spese eccessive della propria gestione e il raddoppio del costo della quota d' iscrizione all' A.T.C. di Terni che esse stesse hanno suggerito; denunciano i ritardi registrati sull' approvazione del bilancio che proprio loro hanno ritardato, fino a imputarsi a vicenda, dopo aver disertato in massa il primo incontro risolutorio per la composizione del nuovo direttivo ATC, il crearsi di un vuoto operativo di per sé sconcertante. Impegnati come sono nella politica ‘strappatessera', le organizzazioni di categoria che dovrebbero tutelare l' interesse della caccia e dei cacciatori, non si preoccupano affatto, non solo di non disporre ancora dei documenti indispensabili per la corretta gestione del territorio, ma perdono addirittura di vista la scadenza ormai inoltrata di un Piano Faunistico Venatorio che, di per sé, potrebbe mettere a repentaglio l' apertura stessa della prossima stagione venatoria. Amen.

Pur rappresentando una delle sette associazioni riconosciute dalla L. 157/92, il ‘Circolo cacciatori EPS' è sceso in campo per la prima volta a Terni, soltanto un anno fa, mettendo immediatamente in evidenza la propria estraneità al malgoverno ambientale venutosi a creare negli ultimi dodici anni, specialmente in provincia di Terni. Forte di ciò, con l' unico intento di rilanciare finalmente le cacce tradizionali alla migratoria e con il cane che caratterizzano da sempre questi territori, il 'Circolo' sta entrando prepotentemente nel palinsesto venatico provinciale. Con questi propositi i nostri esperti hanno già inviato all' amministrazione provinciale alcuni progetti che vanno proprio in tale direzione.

Lettera aperta ai cacciatori e ai presidenti delle associazioni venatiche