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"Emilia"

giovedì 31 maggio 2012
di Giuseppe San Giorgio

E ora che sarà domani, ci sarà un domani?

La polvere oramai,  ha impanato la tua vita,

qualcuno, disperato,  ancora scava con le mani,

qualcuno,  urla e piange,  un’esistenza ormai finita!

Trema e tremerà e per quanto  ancora,

che importanza ha, per chi non c’è e chi rimane,

vive nell’angoscia, e ogni minuto sembra ora,

e la paura sale, sempre più forte, immane!!

La morte che ti lacera nell’animo e ti scava dentro,

il terrore, ti fa lasciare tutto, oro  per sciacalli, infami,

bestie che non rispettano il dolore ,  ma gli vanno contro,

e resti solo, ti senti abbandonato, solo con gli sciami.

Perche non viene e basta, distrugge la tua vitae se ne và,

come orde di vespe, viene in sciami, uno, dieci, ,cento volte  tremi!

 Non  puoi lasciare che ti annienti l’esistenza, la crisi è là,

bisogna lavorare  e non ti puoi fermare, e crepi!

Perche la terra trema  e trema e trema,  ancora,

e non stà a guardare chi sta a casa o chi lavora,

 e porta ancora morte e distruzione,

 e porta anche la latenza dell’istituzione.

Ma non hai più la forza e sei avvilito, affranto,

 non ce la fai  neanche a prendere un bastone,

per darlo forte sul groppone, co no schianto,

 a chi da anni ti munge come una vacca e questo è il bello,

e alla fine senza latte,  diventi carne da macello!!

E allora festeggiamo , che lo stato sia lodato,

nonostante  i morti che la terra c’ha portato!!

Viva la repubblica, e dimostriamo ancora che siamo un popolino,

che mangia spaghetti  e che  suona il mandolino!!!!!