opinioni

Mario Monti e l'inverno che verrà

lunedì 20 febbraio 2012
di Nello Riscaldati

Se è vero che l'ottimismo non risolve i problemi è altrettanto vero che il pessimismo non aiuta a viverli. Sono tempi duri questi e in aggiunta l'inverno ci sta mettendo una coda impietosa di suo. Brevi le giornate e sconfinati i silenzi della neve.

Silenzi che tu, come tanti, costretto in casa, cerchi di fissare in un punto del soffitto, ma che poi da quel punto ti rimbalzano addosso sotto forma di domande, dalle più semplici alle più assurde, dalle più complesse alle più cretine. Ed ecco che ti chiedi se sia vero o no che Dio non può essere predicato e, se no, va tutto bene e, se sì, allora però come se ne viene fuori, oppure ti chiedi in quante parti può essere diviso un centimetro, dove si nascondano i numeri negativi e cosa ci sia prima dello zero!
Infine, per chiudere e per tornare al concreto ti chiedi se Mario Monti sia vero o finto!

Poi questo coacervo di pensieri brevi, lunghi, interminati, dritti, storti, a quattro, cinque e sette dimensioni, ti costringe a piegare il capo e a mirare la punta delle tue scarpe, di quelle di chi ti sta vicino e ti vuole bene e a cui tu vuoi bene, e a riflettere sui tuoi destini, sui destini delle generazioni prossime venture, su chi ci governa, su quei masnadieri da ventimila euro al mese e su chi di questi tempi, per non morire di freddo, è costretto a coprirsi con scatole di cartone e qualche volta addirittura a morirci dentro. Poi il pensiero si fa un pit-stop e sosta qualche attimo sulla città.

Già, la mia città! La mia gente! La mia gente che ormai da secoli, erra e calpesta la polvere e l'erbe di queste contrade mi fa pensare che forse sono un aborigeno! Forse, ma non sono un razzista, e quindi, indigeni o assimilati, consideriamoci tutti orvietani sia per grado che per dignità!

Sì, va bene, però come siamo? Come sono gli orvietani,...?! Ma sono come tutti! Perché, come dovrebbero essere,..?! Del popolo di Porano si diceva un tempo che fosse "ignorante e ciuco"! Noi no, noi, a parte le virtù che ci riconosciamo, siamo solo un po' invidiosi, permalosi, presuntuosi e convinti che il centro d'Italia sia a Bardano! Tu pensa un po'!

L'orvietano medio, come tutti del resto, non è solito incoraggiare il prossimo e non ne perdona il successo. Se qualcuno ha fortuna ecco levarsi subito qualcunaltro che ti chiarisce che "però a quer modo sarebbe stato bono pur'io"!
Se poi è una donna ad emergere "quer modo" diventa una "conditio sine qua non", e pur se costei fosse, quando mai, brutta come una scòrfana ti assicurano di stare tranquillo che quella comunque "è una che s' è saputa sempre venne bene".

Ma veniamo alle cose serie e più precisamente al nostro attuale Primo Ministro.

Secondo me Mario Monti va tenuto d'occhio. Mario Monti è uno capace di levare il sonno a generazioni intere. Mario Monti va in TV e dice che "per ventanni dovremo tutti fare dei duri sacrifici",... ventanni,...fino al 2032,...! Ma vi rendete conto,...! Ma vi rendete conto che cosa ha prospettato costui alla generazione di coloro che sono pervenuti alla "pace dei sensi" e a quella di coloro che a tali battaglie si affacciano solo adesso,...?!
Ha semplicemente prospettato l'ingresso e l'uscita dalla vita in un regime da 41bis. Tutto qui!

Questo è il lungo inverno di Mario Monti dunque,...un inverno che dovrebbe durare ventanni. Forse anche ventuno ma diciannove no. Ma, porca miseria, anche ne servissero trenta di anni non si dice mai a tutti la verità, ammesso che lo sia, "in cifre". No, andrebbero usati termini più indefiniti come "un certo, notevole, consistente numero di anni", oppure "qualche anno", "diversi anni", ma mai tutto insieme un numero che, essendo per sua natura crudo, non può essere interpretato. Questo più che un pronostico è una sentenza. La verità, anche se cosi imponente e pesante non va certo celata, ma va comunicata in cifre esatte a chi ha spalle per sostenerla e gestirla. Nessun medico direbbe al suo paziente ridotto male: "avrai dolori crudeli per ventisette giorni", oppure "ti resta solo un tot di vita", ma "per qualche giorno", "per alcuni giorni", e via dicendo. Così il paziente collabora e può venirne fuori, altrimenti si spara.
Fermo restando che se vuole sapere la verità ne ha tutto il diritto, l'opportunità in merito però si configura sempre come una questione di tempi e di parole. Tutto questo, naturalmente, secondo me.

Come fa un giovane, un pensionato anziano e solo, un disoccupato o un invalido a capire che i prossimi "venti anni", e non "due" o "cinque o sette" che già sarebbero tanti, ma i prossimi "venti", saranno tutti duri?!

E come ci dovremo muovere allora,...?! Che cosa potremo progettare, cosa potremo sognare e in che cosa potremo sperare in questi prossimi ventanni,...?! Tutto questo chi ce lo dice,...?!

Ed è proprio in simili frangenti che l'arte della politica dovrebbe dimostrare di essere in grado di perseguire sempre ogni tentativo inteso a far collimare la prudenza con la verità senza pregiudicare il quadro degli andamenti ma cercando di evitare di farci vivere in anticipo le paure che ci riserva l'indomani.

Agire certo dunque, e presto, e radicalmente secondo necessità, ma lasciando filtrare e balenare almeno un filo d'ossigeno e di luce dal fondo del tunnel. Altrimenti viene il sospetto che, oltre a dover trascorrere una lunga nottata da soli, abbiamo in casa a farci compagnia anche e solo un orologio fermo.