opinioni

Quando l'opposizione manca, la democrazia cittadina entra in sofferenza

domenica 29 gennaio 2012
di Mario Tiberi

A seguito della ennesima defezione nel governo cittadino, era inevitabile lo scatenamento di prese di posizione e commenti, chi a difesa, chi a censura. E' di tutta evidenza, e ciò non lo si può negare, che la civica amministrazione guidata dal Sindaco Concina giace, ormai da tempo, in una greppia oscillante tra l'annaspamento e il traballamento.

Della originaria compagine governativa è rimasto ben poco: la Signora Tardani, nominata di recente e per forza d'inerzia Vice-Sindaco, e il diafano Dr.Romiti "l'assessore invisibile".

In termini di credibilità e di rappresentatività del voto popolare di Giugno 2009, anche a voler ricercarne una sensata spiegazione, sarebbe come andare a spulciare un pagliaio per recuperarvi un minuscolo ago in esso disperso. Di ciò il Sindaco in carica dovrebbe averne contezza ma, probabilmente, preferisce tapparsi le orecchie, turarsi il naso e chiudere gli occhi per non sentire, non odorare e non vedere. Non mi meraviglio perché non è trascorso granché di tempo da quando, in un colloquio a due generatosi casualmente, di getto e con tutta franchezza mi confessò di essersi imposto di non concedere ascolto alle parole al vento, di non voler assaporare i profumi olezzosi del chiacchiericcio pettegolante, di barrare la vista di fronte a fatti ed eventi, secondo lui, più capziosi e fallaci che realmente fondati.

Ora però, Signor Sindaco, le dimissioni a catena dei suoi più stretti collaboratori non sono eventi immaginari o fantasiosi; sono invece accidenti accaduti nella concretezza della realtà, almeno così appare agli occhi di una intera comunità e nemmeno ad Ella, che ne è alla guida, solo ed unico può sembrare il contrario.
Mi meraviglia, per converso, il deficit di coerenza rispetto ad una sua più prossima affermazione pubblica che, all'incirca, ha suonato in tal guisa: "Ho un debito di riconoscenza nei confronti della città di Orvieto che ospitò la mia profuga famiglia ed è, per tale motivo, che ora presto ad essa la mia opera di primo amministratore, per il suo bene e per quello di tutti i suoi cittadini".

Si domandi oggi, alla luce del precipitare degli avvenimenti in corso, quale sia il vero bene della città e se per caso, in codesti frangenti, non sia coincidente con una sua repentina uscita di scena. Lei, come ben sa, non è certamente obbligato a dimettersi, ma buon consiglio vorrebbe che seduta stante lo facesse. Saper cogliere l'attimo giusto e migliore per concludere, a testa alta, una esperienza divenuta sofferta e sofferente è una virtù, un gesto di coscienza, un diritto, un dovere che ognuno di noi deve al rispetto che sempre dobbiamo serbare alla nostra dignità di esseri umani.

Di altro ancora mi meraviglio. Ovverosia, mi meraviglio del comportamento tentennante ed ambivalente delle opposizioni politiche cittadine, in particolare di quella rappresentata dal Partito Democratico. Non serve sbraitare, o peggio ancora blaterare e ciarlare, se poi lo sbandierato proclama accusatorio viene privato di azioni ed iniziative di concreta tangibilità e, se al pensiero non segue l'atto, ogni pur valida e pia intenzione rimane vuota ed inutile.

A quale atto mi riferisco?. All'unico responsabilmente praticabile: cioè quello di richiedere immediatamente la convocazione straordinaria del Consiglio Comunale di Orvieto avente, all'ordine del giorno, la discussione di una mozione di sfiducia da presentare nei confronti del Sindaco e del suo zoppicante governo cittadino. Perché non si opera in tal senso?. Prima di redigere il presente scritto, mi sono rivolto ad alcuni illustri concittadini per sondare le loro opinioni in merito.

Il cittadino A.A. così afferma: "Se il PD non muove paglia significa, allora, che trovano piena conferma le indiscrezioni su un patto segreto tra il Dr.Concina e una fetta rilevante del PD stesso; patto ovviamente indecoroso e siglato appena dopo le primarie della Primavera dell'anno 2009".
Il cittadino B.B. aggiunge: "Il PD non è in grado di compiere atti politici significativi in quanto non è in possesso, per insufficienza ideativa, di una seria proposta di alternativa di governo da sottoporre al giudizio degli elettori".
Il cittadino C.C. affonda la lama nella piaga: "Anche il PD, nell'ultimo biennio, ha subito la perdita di numerosi aderenti, sia tra gli iscritti che tra i dirigenti, e quindi non ha i numeri, né in termini di quantità e soprattutto di qualità, per affrontare la crisi successiva alla implosione della giunta di centrodestra".
Il quadro, dove più dove meno, è quello descritto; ma la verità, la verità delle verità, verrà una buona volta a galla?.