opinioni

Nel nome di Jan Palach

venerdì 20 gennaio 2012
di Stefano Olimpieri

Dopo tre giorni di sofferenza, il 19 gennaio del 1969 moriva a Praga lo studente Jan Palach. Aveva vent'anni e si diede fuoco per gridare al mondo la propria rabbia contro l'invasione della sua patria: in pochissimi mesi la "primavera" di Praga veniva soffocata dal terrore e la libertà veniva annientata dai carri cingolati dall'Armata Rossa.

A distanza di tanti anni non si vuole minimamente riaccendere il dibattito su quello che avvenne a Budapest, a Praga o più in generale al di là di quell'infamia che fu il Muro di Berlino, ma si intende ricordare un giovane europeo immolatosi a vent'anni per difendere il supremo valore della libertà.

Jan Palach è stato per tante generazioni di giovani europei un simbolo di lotta e di amore ed ha rappresentato un estremo esempio di coraggio e di coerenza: ma Jan Palach è anche un simbolo che deve accompagnare i giovani di oggi verso il futuro e che li deve aiutare a sconfiggere il conformismo e la massificazione. Dimenticare Jan Palach significherebbe tradire il passato ed il futuro dell'Europa. Si badi bene, l'Europa dei popoli e non certo quella dei burocrati e dei banchieri.