opinioni

Anche a Orvieto i "podestà forestieri"?

sabato 1 ottobre 2011
di Paolo Borrello

L'economista Mario Monti, in un editoriale pubblicato circa un mese or sono da "Il Corriere della Sera", scrisse che il nostro paese gli sembrava amministrato da un "podestà forestiero" - figura questa caratteristica dei Comuni italiani del XIII secolo -, in quanto il Governo italiano prese la decisione di varare un'ulteriore manovra finanziaria in seguito alle forti sollecitazioni di poteri esterni quali i Governi tedesco e francese e la Banca centrale europea.

In questa nota vorrei contribuire a rispondere a queste domande: vi sono "podestà forestieri" anche ad Orvieto ed è opportuno che vi siano?

Prima però mi sembra necessario leggere quanto scritto su Wikipedia nella voce "Comune medievale":

"...La figura politica del podestà si sostituì o si affiancò a quella del consiglio dei consoli che governava i Comuni medievali a partire dalla fine del XII secolo. Tale carica, contrariamente a quella di console, doveva essere ricoperta da una persona non appartenente alla città che andava a governare (per questo era detto anche podestà forestiero), in modo da evitare coinvolgimenti personali nelle controversie cittadine e garantendo quindi l'imparzialità nell'applicazione delle leggi...

Nella pratica il podestà esercitava i poteri esecutivo, di polizia e giudiziario divenendo di fatto il più importante strumento di applicazione e controllo delle leggi, anche amministrative...

Non aveva, invece, poteri legislativi né il comando delle milizie comunali che veniva affidato al capitano del popolo. La ricerca di maggiore stabilità aveva infatti portato la borghesia cittadina ad affiancare al podestà, sostenuto dal ceto più abbiente, una nuova figura, quella del capitano del popolo, un magistrato, spesso forestiero, che restava in carica per sei mesi o un anno, ma che finì comunque per rappresentare gli interessi delle Arti maggiori...".

Oggi sono molti i podestà forestieri ad Orvieto, a mio avviso.

In primo luogo nel sistema bancario. Il maggiore istituto di credito cittadino, la Cassa di Risparmio di Orvieto, è da anni nelle mani prima dei fiorentini oggi dei baresi. Ammesso e non concesso che la Fondazione della Cassa di Risparmio sia gestita effettivamente da orvietani, è opportuno considerare che per il 2011 tale fondazione ha previsto di erogare, complessivamente, contributi per 1 milione e 600.000 euro, una somma non certo molto consistente. Ad esempio - ipotesi del tutto teorica - pur se si intendesse ridurre il deficit strutturale del Comune con questo importo, il deficit sarebbe coperto solo per una parte minoritaria. E quindi le potenzialità di questa fondazione sono, generalmente, sopravvalutate.

I sindacati dei lavoratori dipendenti e le associazioni imprenditoriali che operano ad Orvieto dipendono sempre di più, per le attività politico-sindacali, dalle strutture provinciali o regionali. Ad Orvieto quelle realtà associative sono diventate, per lo più, esclusivamente dei centri servizi.
Non ci sono più, come in passato, magistrati di origine orvietana od orvietani d'adozione.

Per quanto concerne gli imprenditori, a mio avviso, sarebbe necessaria una maggiore presenza di podestà forestieri, considerati i tradizionali limiti dell'imprenditoria orvietana. Certo occorre stare molto attenti alle "sole" che imprenditori esterni possono dare se "corrono in aiuto" ad aziende orvietane in crisi, ma, nel complesso, una maggiore presenza di imprenditori esterni all'Orvietano non potrebbe che fare bene al nostro territorio.

Sarebbe necessario un podestà forestiero per l'ex caserma Piave, se a costui fosse consentito, con la vendita dell'area in questione, di effettuare un investimento realmente profittevole per lui e per la comunità orvietana, soprattutto per i residenti nel centro storico. Ciò implica anche che le destinazioni d'uso dell'area siano rappresentate dalla costruzione di abitazioni - numerose -, uffici, sedi di attività commerciali (anche di grandi dimensioni) ed artigiane, come avverrà per l'intervento che si attuerà nell'area dell'ex policlinico di Perugia, a Monteluce. Solo così si potrebbe accrescere, in misura consistente, il numero degli abitanti nel centro storico, promuovere nuove attività economiche, rivitalizzare quindi questa importante parte del nostro comune, non lasciare inutilizzata per anni l'ex caserma Piave. A meno che non si intendano privilegiare gli interessi dei proprietari dei nuovi supermercati che sono stati realizzati e che si realizzeranno in altre zone del territorio comunale, degli imprenditori edili e dei proprietari dei terreni delle aree di espansione edilizia previste nelle frazioni.

La chiesa locale è commissariata e il "commissario" non è certo apprezzato dalla maggioranza dei cattolici orvietani come avvenuto con il vescovo Scanavino.

Passando alla politica, i rappresentanti orvietani in Regione e in Parlamento contano come il due di coppe quando la briscola è denari... Ad esempio le decisioni che vengono prese per quanto concerne la sanità, principale materia di competenza della Regione, sono quasi per nulla influenzate dalle esigenze dei soggetti locali.

Cimicchi era forse un podestà forestiero? Molti ritengono di sì...

Per quanto riguarda il Sindaco attuale, è decisamente un podestà forestiero che, per la verità, ha deluso le aspettative che aveva suscitato nei suoi stessi sostenitori. E' stato, di fatto, uno "specchietto per le allodole", colui che poteva ricevere rilevanti contributi dal Governo centrale per risolvere, soprattutto e non solo, i problemi di bilancio del Comune. Voi avete visto niente? Io no...

Se gli esponenti del centrodestra in futuro volessero di nuovo ricorrere a un podestà forestiero, dovrebbero individuare una persona di maggiori capacità.

Del resto nella politica orvietana c'è un evidente bisogno di podestà forestieri. Infatti, a mio giudizio, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, non ci sono orvietani in grado di svolgere adeguatamente l'incarico di Sindaco, considerata soprattutto la difficile situazione finanziaria del Comune.

Quindi anche per il centrosinistra sarebbe necessario un podestà forestiero.

Forse, se venisse effettivamente alla luce quella lista civica trasversale, di cui ho scritto in una precedente nota, supportata da un notevole sostegno popolare (per la verità per ora le manifestazioni di interesse nei confronti di questa proposta sono state del tutto insufficienti), si potrebbe evitare la necessità di un Sindaco "forestiero".

Altrimenti per i candidati a Sindaco non ci sarebbe altra alternativa: un podestà forestiero, di comprovato valore.