opinioni

L’Orto del Prete

domenica 3 luglio 2011
di Paola Paolini

Quando, giovane sposa, arrivai a Porano nel 1977, l'Orto del Prete era pieno di olivi ed alberi da frutta: ricordo ancora, in quel luogo, la suggestiva rievocazione di "Gesù nel campo degli ulivi" in occasione della indimenticabile Processione del Cristo Morto, voluta ed ideata dal compianto Don Dante Cioccolo e alla cui realizzazione partecipava con entusiasmo tutta la comunità poranese. Non ricordo se il "Cinema" fosse ancora in funzione ma era viva la percezione che si trattava di un edificio "storico" tra le cui mura erano cresciute diverse generazioni. Da giovane madre, poi, ho avuto l'opportunità di frequentare anche la "casa del Prete" nelle cui innumerevoli stanze, per la verità un po' fatiscenti, si ritrovavano i miei figli con i loro compagni ed amici per giocare e crescere nella condivisione o meno di idee e valori.

Con gli anni, sotto la spinta di una comunità che cresceva, gli ulivi hanno lasciato, in parte, il posto ad una dignitosa piazza (Fra Paolo da Porano) che ha saputo, nel tempo, assolvere al suo compito sociale (luogo di incontro) e di servizio (parcheggio, mercato settimanale); accanto, grazie ancora alla lungimiranza di un prete un po' eccentrico (sempre Don Dante) e di un gruppo di cittadini di buona volontà, nasceva un campo da bocce ed uno spazio dove incontrarsi nelle gradevoli serate estive poranesi. Un po' raffazzonato, è vero, ma lì la gente si ritrovava: ricordo i tornei di bocce, le cene, i pettegolezzi, le diatribe politiche, chi lo frequentava assiduamente e chi, comunque, ci faceva una "capatina" per vedere chi c'era... e c'erano giovani ed anziani, di destra e di sinistra, poranesi e non poranesi: c'era una comunità che si incontrava.

Il "Cinema", intanto, era diventato un bar: non più lo storico " bar di Massimino" alla Porticciola ma, tuttavia, un locale che, sempre secondo le intenzioni del solito prete, avrebbe dovuto, oltre che fornire una entrata economica alla parrocchia, assolvere ad una funzione aggregante (se non ricordo male fu proprio questa la condizione posta per accettare la parte commerciale dell'operazione).

Poi il Prete è morto: ho vivida l'immagine del suo funerale con una chiesa piena di giovani, adolescenti e bambini che piangevano, con sincere lacrime di dolore, la perdita di un amico, padre ed educatore. Così le fatiscenti stanze della "Casa del Prete" sono diventate tre appartamenti ben ristrutturati, qualche stanza è rimasta a disposizione dei parrocchiani ma, non avendo più figli in giovane età, non so dire quanto e se frequentate, anche se non mi pare di vedere un grande movimento.

Quello che è rimasto dell'Orto del Prete, intanto, ritenuto troppo "raffazzonato" e poco dignitoso per svolgere la sua aggregante funzione sociale, divenuto nel frattempo, a quanto dicono, parcheggio "abusivo", ha attirato le attenzioni politico-amministrative ed è entrato, di diritto, nelle "previsioni triennali delle opere pubbliche e/o private (questa cosa non mi è tanto chiara!) delle varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo. Non ricordo assemblee o comunque confronti pubblici nei quali gli amministratori ed il proprietario del terreno ( la Curia? La Parrocchia? L'Istituto Diocesano per sostentamento del clero?) abbiano chiesto il parere dei cittadini, ma ognuno si è sbizzarrito come meglio credeva nell'immaginare la destinazione futura di questo luogo: parcheggio sotterraneo, giardini, spazi per il tempo libero, negozi.

La cronica mancanza di soldi ha congelato per anni queste fantasie ma l'Orto del Prete ha continuato a svolgere il suo compito, certamente un po' dequalificante, ma utile per permettere ai cittadini poranesi di incontrarsi ancora, e non so per quanto, almeno per le feste patronali, i matrimoni, i funerali ecc... ecc... tutte quelle occasioni, insomma, che caratterizzano una comunità.

Ora i soldi sono stati trovati, in parte, ed un progetto ha finalmente preso corpo: è stato chiamato "sistemazione dell'area....... per favorire l'accessibilità al centro storico" ; l'abominevole "parcheggio abusivo" sparirà per lasciare il posto a qualche pezzetto di verde e ad una piazza pentagonale attorno alla quale si apriranno sei locali (negozi senza finestre e praticamente interrati) che dovrebbero accogliere il turista in visita al nostro futuro borgo più bello d'Italia.

Tutta l'area sarà stravolta nella sua vocazione storico, culturale, sociale ed ambientale ma almeno non ci sarà più un parcheggio abusivo ed avremo finalmente negozi con i bagni ed un locale (sempre senza finestre), generosamente concesso dal privato che realizzerà l'opera, a disposizione di quei parrocchiani che ancora avessero voglia di incontrarsi in questo deprimente anonimo "mini outlet" poranese.

Il turista esigente che passerà da queste parti alla ricerca di una identità di paese da respirare tra antiche mura, caratteristiche e vecchie botteghe, gente orgogliosa della propria storia da tramandare sarà accolto da una nuova piazza pentagonale, sei nuovi negozi a norma con le disposizioni sanitarie (?)... e tornerà indietro pensando di aver sbagliato strada.

E, un giorno, passando con il mio nipotino gli racconterò: "Sai... qui, una volta, c'era l'ORTO del PRETE....!!!!"
Ma veramente qualcuno crede che per essere ammessi nel novero dei Borghi più belli d'Italia siano necessarie colate di cemento?
Non ci posso credere!
Veramente non ci posso credere!