opinioni

"Se un uomo è gentile con uno straniero, mostra d'essere cittadino del mondo". Ma a Lampedusa la situazione è difficile

lunedì 28 marzo 2011
di Virginia Cinti

Se un uomo è gentile con uno straniero,
mostra d'essere cittadino del mondo,ed il
cuor suo non è un'isola staccata dalle altre
ma un continente che le riunisce.
(F. Bacone)

Questo pensiero è tornato alla mia mente quando ho visto le scene di quei disgraziati arrivati a Lampedusa da ogni dove, ai quali tra breve si aggiungeranno tanti altri disgraziati più disgraziati che fuggiranno dalla guerra, dalla pazzia di menti malate di delirio di onnipotenza per i tanti motivi: potere, denaro,dominio, sopraffazione.

Stiamo veramente impazzendo tutti nei comportamenti, abbiamo perso qualsiasi connotato di umanità,di senso da dare alla nostra vita. Ma dove è quel senso della vita che ognuno di noi è obbligato a cercare prima o poi, pena non ritrovarsi negli ultimi momenti prima della morte con il vuoto più vuoto, la paura, l'angoscia di non aver lasciato un segno nel proprio breve passaggio, un gesto di empatia, di solidarietà, di comprensione?

Da morti saremo tutti uguali,né ricchi né poveri, ne belli ne brutti, la maschera di gesso pennella tutti i volti. La più grande eredità che lasceremmo è quella che abbiamo costruito a fatica lavorando su noi stessi, con la nostra continua messa in discussione: o forse pensiamo di avere due tre vite a disposizione, e non abbiamo neanche capito che dobbiamo imparare a morire un po' ogni giorno. Perché non ricercare un modo di vivere più lento, che attraversi altri modi di esistere.

Arriverà il momento in cui all'uomo si presenteranno due strade: incamminarsi verso una inesorabile distruzione di se stesso, della natura e dell'ambiente che lo circonda, o modificare se stesso, lo stile di vita, riducendo la forbice sempre più ampia delle grandi disuguaglianze e ingiustizie sociali e economiche.Perchè non pensiamo che questo potrebbe essere un modo per allungarci la vita?

Basta solo crederci.

Nei Paesi islamici " la voce del Muezzin richiama gli uomini alla preghiera, cinque volte dall'alba al tramonto, per ricondurli a una spiritualità,forse una tale pratica servirebbe anche a noi, per interrompere i ritmi della nostra vita frenetica. Non tutte le loro regole sono sbagliate, così come non tutte le nostre sono giuste. Ieri è stato il giorno dedicato alla lettura, ma ci facciamo veramente modificare nei comportamenti con una nuova consapevolezza che sale in noi dopo aver letto un libro di elevati pensieri. E' più comodo andare avanti senza indagarsi, senza mettersi in discussione. Viva il motto ognuno si arrangi come vuole.

1911 - 2011

Ieri e oggi . Ieri ognuno aveva scelto il paese da colonizzare, oggi il gioco delle parti è da compiersi. Ieri le Nazioni avevano lasciato a noi la Libia,e noi non sapevamo del petrolio nella sua pancia. Oggi le Nazioni usano l' arma più facile a disposizione :la guerra, per salvaguardare i diritti umani, e sotto questa bandiera andremo a ridisegnare la geografia politica, storica, economica del Mediterraneo.

Il Mediterraneo quale centro vitale dell'attività economica dei popoli, oggi come nel passato e come domani, sarà il mare dove le nazioni si misureranno per il loro dominio. Sono tremila anni che su questo mare si combatte per la civiltà .Su questo mare s'incontreranno ancora i popoli per l'ulteriore conquista del continente Africano, di questa immensa riserva. L'Africa è vissuta come la grande fonte di materie prime, energia, per i popoli Europei sempre più pensosi dell'avvenire. La costa dell'Africa è in continuo divenire.

All'inizio delle repressioni tutti siamo insorti nel guardare al grande ritardo con il quale si stava intervenendo, poi all'improvviso senza neanche una strategia che avremmo potuto mutuare da illustri personaggi che proprio in questi giorni stiamo ricordando con il 150 anniversario, dell Unità d' Italia sono state sganciate le bombe.

Ormai viviamo secondo i canoni di una inquisizione psicologica verso tutti, seguendo processi silenti che annullano l'identità personale. La prima crociata che dovremmo muovere è quella verso noi stessi nel segno del cambiamento, per poi estenderla come una onda che coinvolga tutti, nel senso di un vivere civile. Facciamoci ricordare ora, noi Italiani per un gesto nobile degno dei nostri 150 anni non per la guerra , ma per qualcosa di nuovo che vada davvero a riscattare gli anni bui del nostro colonialismo, forse varrebbe più dei 5 miliardi promessi a Gheddafi.

Accogliamo tutti secondo le nostre possibilità questi disgraziati, ma si muovano anche le associazioni religiose, il Vaticano, i conventi, gli alberghi ostelli per la gioventù, i campeggi, per una prima fase che potrà durare il tempo di trovare una destinazione transitoria,garantendo loro la stagione turistica, ma poi facciamoli tornare a casa loro, nei loro paesi dove è la loro vita. Offriamo loro il nostro volto umano, ricordiamoci che contrariamente alle colonizzazioni delle potenze Europee dell'800 e dei primi del 900, la storia antica ci parla di altre forme di colonizzazione ispirate a ben altri principi.

Tra l'VIII e il VII secolo A.C. i popoli Greci si stabilirono nella parte meridionale dell'Italia per sviluppare le loro attività commerciali, con risultati che portarono ricchezza, cultura, artigianato, nelle arti, nella letteratura, favorendo forme di integrazione con le popolazioni, e trasferendo l'evoluzione della civiltà Greca. Quel periodo fu per l'Italia un vero Rinascimento, questo dovrebbe essere il nostro atteggiamento mentale, ciò porterebbe anche aiuto alla disoccupazione e all'economia del nostro paese.