opinioni

Un bilancio “comunque”

domenica 27 marzo 2011
di Massimo Gnagnarini
Un bilancio “comunque”

Sul bilancio di previsione 2011, come tenterò di dimostrare, si scaricano tutti gli errori politici e di gestione compiuti da questa amministrazione a partire dalla sottovalutazione del bilancio 2009, già predisposto dalla passata giunta, che fu bistrattato e completamente stravolto in fase di riequilibrio, continuando poi in modo ondivago e inconcludente per tutto il 2010 chiuso con un analogo deficit strutturale, fino ad oggi che, con mesi di ritardo, se i rumors che filtrano fossero confermati e che qui evito di menzionare, verrebbe proposto un bilancio che appare indegno politicamente perché impoverisce la città, indegno per la non veridicità delle previsioni, indegno per l'illegittimità di alcune poste in esso inserite.
Ma soprattutto indegno perché non accompagnato da un'idea, un progetto o almeno una speranza sul futuro della città.

Il bilancio 2009 predisposto dalla giunta Mocio.
Mi guardo bene dal voler sminuire le responsabilità in capo alla sinistra circa la drammatica situazione finanziaria del Comune di Orvieto, tuttavia è un dato di fatto che l'ultimo bilancio di previsione redatto all'inizio del 2009 si caratterizzasse per un tendenziale riequilibrio da raggiungere attraverso una serie di tagli lineari alla spesa persino superiori a quelli promessi e per due anni consecutivi mai affrontati dalla giunta Concina.
Perché dunque, all'indomani dell'insediamento della nuova amministrazione, non si diede applicazione a quel ridimensionamento della spesa così come era stato previsto ? Perché si consentì che la spesa corresse a briglia sciolta senza che neanche un provvedimento fosse adottato per rispettare la previsione iniziale arrivando a votare un riequilibrio che avrebbe partorito un deficit di oltre 8 mln? Perché si arrivò persino a sfondare il patto di stabilità ?
Le risposte sono tutte da declinare in politichese e sono quelle di un mero calcolo politico per addossare agli avversari un di più delle colpe e per poter galleggiare piuttosto che affrontare la realtà e persino quelle di compiacere una parte degli avversari per i riflessi al loro interno.
Un'operazione folle e da sprovveduti specie se non si ha la più pallida idea su come intervenire.
Se, invece, si fosse data continuità all'impostazione originale del bilancio 2009 ciò avrebbe consentito, già nel corso dell'esercizio, di modulare le priorità attraverso scelte condivise con i soggetti interessati e senza troppi traumi epocali e si sarebbero potuti già introdurre novità cruciali, che caratterizzavano i programmi elettorali del centrodestra, per la gestione delle entrate attraverso l'ottimizzazione della messa a reddito dei parcheggi e dei beni culturali anche attraverso la riqualificazione delle risorse interne.
Solo ora trascorsi inutilmente due anni questa maggioranza sembra occuparsene, dopo che ha avuto le orecchie sfondate da chi non si è mai stancato di ripeterlo sui giornali e in tutte le sedi e in tutte le salse: cartolarizzazione della caserma, gestione diretta dei parcheggi, del pozzo, dei musei, ecc..
Ma adesso, dopo che la situazione è precipitata, non stiamo più qui a parlar di tagli ragionati e modulati nel tempo o di ripresa di una seria politica delle entrate, lo scenario, del tutto compromesso, è quello di una attività che esula dai normali compiti politici e amministrativi. Questo ormai è un lavoro da commissario prefettizio e non da consiglieri comunali. E se restano lì è solo per conservare il distintivo e non perché siano convinti di poter salvare il salvabile.

Il 2010. La sagra dell'aria fritta.
Neanche un centesimo di euro è entrato nelle casse comunali grazie alla progettualità o alle "conoscenze" dei nuovi amministratori.
Si potrebbe anche qui riportare il triste elenco delle vendite fallite piuttosto che la mancata concessione dei parcheggi, ma fra tutte, forse, il danno più grosso che è stato combinato è quello di non aver fatto nulla affinchè la concessione in affitto della caserma ex bando esperito venisse aggiudicata. Nessuno può credere che non fosse sanabile la mancanza del documento della fidejussione. Si è persa così l'occasione di sanare il bilancio e quella di una ottima rifunzionalizzazione di quel sito frutto di un decennio di studi e di progettualità sulla città.

Il 2011. Un terzo è già inutilmente trascorso.
Sappiamo che mancano circa 7 mln di euro, la metà dei quali riguardano i conti del 2010.
E' doveroso attendere ancora che la giunta licenzi i documenti ufficiali.
Il sindaco ha detto che il bilancio si farà, comunque si farà.
Su quel "comunque" dovranno essere d'accordo i consiglieri comunali, i dirigenti comunali, i revisori dei conti e la corte dei conti per le responsabilità che gli competono.
Ma soprattutto dovranno essere d'accordo i cittadini per le conseguenze che ad essi derivano e sono costretti a subire per colpa dell'insorgere di questa nuova specie di politici che di volta in volta si definiscono i "responsabili" o i "volenterosi", piuttosto, come nel caso nostro, degli "ostinati".