opinioni

Non sempre un buon chirurgo è un buon assessore

domenica 30 gennaio 2011
di Paolo Borrello

Nel recente passato diversi medici ospedalieri e non hanno assunto degli incarichi nell'Amministrazione Comunale di Orvieto. Io ricordo Paolo Gullà, allora primario del reparto di chirurgia, e Franco Barbabella, attualmente primario del pronto soccorso, entrambi divenuti assessori, per breve tempo. Poi Raffaele Tata, compianto primario di ginecologia e ostetricia, e Gianni Jacarella, medico non ospedaliero, entrambi consiglieri comunali. Tutti incontrarono difficoltà nella loro attività di amministratori, soprattutto perché il tempo che lasciava loro a disposizione la professione era del tutto insufficiente per poter svolgere quanto richiesto all'interno della Giunta o del Consiglio comunale, in modo adeguato rispetto alle necessità.

Attualmente, Vice Sindaco e Assessore, con deleghe importanti come quella ai servizi sociali e al personale, è Massimo Rosmini, da tempo chirurgo presso il nostro ospedale. Di Rosmini io, e non solo io per la verità, ho avuto modo di apprezzare le notevoli capacità professionali ed anche le sue doti umane, che in un medico dovrebbero essere sempre presenti. E Rosmini non sempre, all'interno dell'ospedale di Orvieto, è stato valorizzato nella misura dovuta, anche se, sembra, entro breve, la situazione si modificherà e io non posso che essere favorevole a questa sua ulteriore, eventuale, valorizzazione.

Ma, nella sua attività di assessore, a mio giudizio, Rosmini sta incontrando delle difficoltà che io espongo solamente per contribuire ad eliminarle.

Due questioni evidenzio in questa nota. La prima riguarda la sanità. In un breve colloquio, risalente a circa dieci giorni or sono, Rosmini mi ha detto a proposito della possibilità che venga riconfermato o meno Panella nell'incarico di direttore generale dell'Asl di Terni,che sovraintende anche all'ospedale di Orvieto, che a suo avviso a un direttore generale di una Asl occorrono circa due anni prima di rendersi conto dei problemi più importanti dopo di che, generalmente, si attiva pienamente per affrontarli, rilevando che ora con Panella, oltre al primario di anestesia, sarebbero arrivati altri due primari, per la verità, part time, uno per la pediatria e uno per l'oncologia. Alla base del ragionamento di Rosmini, sebbene nel colloquio con il sottoscritto non è stato esplicito a questo proposito, era evidente il suo atteggiamento favorevole alla riconferma di Panella basato su quelle nomine. A parte il fatto che non è comprensibile la decisione in base alla quale quando sono necessari dei primari full time se ne scelgono invece due part time (cosa peraltro avvenuta già in passato e non con grande successo) io considero sbagliato giudicare l'operato di Panella esclusivamente sulla base di queste nomine, avvenute peraltro quando il suo contratto sta per scadere. Anche altre questioni andrebbero tenute in considerazione, ad esempio le liste di attesa, quelle che si sono, sembra, allungate notevolmente per gli interventi chirurgici e quelle certo non brevi per alcuni esami ed alcune visite, rese note dalla Regione e relative al 15 gennaio scorso. In alcuni casi, per l'ospedale di Orvieto, le liste di attesa sono oggettivamente troppo lunghe e dimostrano l'esistenza di problemi evidenti e sui quali occorrerebbe intervenire. Alcuni esempi, rilevanti anche per l'importanza degli esami o delle visite considerati: esofagogastroduenoscopia (72 giorni di attesa), colonscopia (174), sigmoidoscopia (174), ecotiroide capo collo (173), eco mammelle (173), eco addome (75 o 79), ecografia articolare ed osteoarticolare (173), eco muscolo tendinea (173), eco testicoli (76), uroflussometria postminzionale (81), risonanza magnetica cervello (60), fluoro angiografia (76), eco oculare (167), visita neurologica (116) visita fisiatrica presso p.e.s. orvieto centro (102), visita urologica (79), visita oculistica (76), visita diabetologica (40). Quindi Rosmini dovrebbe tenere conto anche di altri elementi per valutare l'operato di Panella o comunque la situazione in cui versa l'ospedale di Orvieto.

Seconda questione che riguarda Rosmini in quanto assessore al personale, la riorganizzazione degli uffici comunali. Tale riorganizzazione per altro non suscita interesse solo fra i dipendenti del Comune ma dovrebbe essere oggetto di attenzione da parte dell'intera comunità orvietana. Infatti se la riorganizzazione considerata sarà ben fatta e finalizzata a migliorare l'efficienza della "macchina" comunale e a soddisfare maggiormente le esigenze dei cittadini-utenti, ne trarrà benefici quanto meno gran parte della popolazione. Un esempio: se la riorganizzazione sarà finalizzata anche a potenziare l'ufficio tributi, sarà possibile ottenere risultati significativi nella direzione del recupero dell'evasione delle tasse locali consentendo così di non ridurre notevolmente o di non ridurre affatto le spese comunali per servizi importanti per i cittadini. E in questo caso qual è il problema? Esso è rappresentato dal fatto che è più di un anno che si parla di prossima realizzazione della riorganizzazione ma tale provvedimento non si traduce mai in realtà. Peraltro si sostiene che i trasferimenti da un settore all'altro dovrebbero essere bloccati in attesa della ormai "mitica" riorganizzazione ma, in realtà, alcuni trasferimenti, forse quelli che interessano più le singole persone che la qualità dei servizi, sono stati comunque effettuati. E comunque, a questo punto, un riorganizzazione non può essere attuata in fretta e furia, senza che a monte ci sia (e non mi risulta che ci sia) da un lato un'attenta verifica delle mansioni svolte o non svolte da ogni dipendente e delle esigenze che ogni ufficio dovrebbe soddisfare e non è in grado di farlo, e dall'altro dei servizi che nel prossimo futuro si intendono, eventualmente, "internalizzare" o "esternalizzare". Due esempi, di cui il più importante è il secondo: una cosa è fare la riorganizzazione se si decide di mantenere all'interno del Comune la gestione del palazzo dei congressi, altra cosa se si decide di affidarla a soggetti esterni, poi, una cosa è fare la riorganizzazione se si decide di gestire internamente i parcheggi, altra cosa se si decide di continuare nella gestione esterna. Quindi la riorganizzazione degli uffici comunali non può essere indipendente dalla scelta circa eventuali modifiche realizzabili nella gestione di servizi importanti quali quelli citati.