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Quel grande Fantasy Award che non riesce a onorare i piccoli debiti

giovedì 20 gennaio 2011
di laura
Quel grande Fantasy Award che non riesce a onorare i piccoli debiti

Esplode la questione del Fantasy Horror Award, la manifestazione che doveva rendere Orvieto ancor più celebre nel mondo (bene disse, all'ultimo Forum del Turismo, l'esperto consulente Ravà: almeno in linea di massima, non sono gli eventi che fanno marketing). Confesso che per la tipologia della nostra città non mi piace, non lo trovo in linea con il target che la città dovrebbe attrarre, né con il tipo di immaginario che penso sia adatta a suscitare. Ma questa è solo un'opinione, che spero mi sia consentita.
In ogni caso sono per il rispetto delle opinioni e delle scelte maggioritarie, anche se non coincidono con la mia visione del mondo: e dunque, se la città vuole aprirsi all'Horror e al Fantasy ben venga, purché si faccia nel rispetto delle regole, di chi vi lavora e di chi vi abita. Anche se bisognerebbe avere un progetto organico di città - non un contenitore schizofrenico per l'ansia di fare - e in linea con quel progetto organizzare gli eventi che vi si svolgono: e questa non è un'opinione, credo si chiami marketing territoriale.

La prossima seconda edizione del Fantasy Horror Award, dopo aver subito uno slittamento da marzo a giugno, rischia di saltare a Orvieto e di concentrarsi su Narni e Terni. La questione più grossa è quella della disponibilità del Teatro Mancinelli, dove dovrebbe svolgersi l'evento clou della premiazione finale del Festival. L'associazione Te.Ma, infatti, che gestisce il teatro comunale cittadino, non è disposta a concedere l'uso della location se dagli organizzatori non verrà prima saldato il debito dello scorso anno: 4.200 euro più che altro relativi all'uso del personale della Te.Ma. Perché l'uso del Teatro, quantificabile in circa 1000 euro, è stato in realtà stralciato dal conto, che ammontava a 5200 euro e sul quale sono stati praticati 1000 euro di abbattimento. I 4200 euro che gli organizzatori devono sono già stati, oltretutto, anticipati dalla Te.Ma, che giustamente ha già pagato il personale esterno e interno impiegato per l'organizzazione del Festival. Persone che hanno lavorato con grande abnegazione e competenza, anche al di sopra di quanto il percepito avrebbe richiesto, per cercare di tamponare e gestire al meglio una manifestazione che si è rivelata, quanto ad afflusso e gradimento, al di sopra di quelle che erano le aspettative.

Del resto, non è difficile avere afflusso su questi temi, specialmente se tutte le manifestazioni sono gratuite. E verrebbe da chiedersi: "Ma perché sono gratuite?". Perché se una qualunque cosa costa, se una location costa - anche alla collettività, in questo e altri casi - se la devo pagare, perché non provo a fare un piano tariffario di rientro per poterla sostenere? Perché, se costa il pane che è ben più necessario, se costano alcune prestazioni mediche e alcuni farmaci, perché non deve costare niente il divertimento?

Quello con la Te.Ma, che rischia di far saltare il festival, non è tuttavia il solo debito che gli organizzatori hanno lasciato a Orvieto: crediti ulteriori, più o meno esigui, li vantano vari operatori della promozione pubblicitaria, della ricettività, della ristorazione, che hanno tra l'altro generosamente offerto una parte dei loro servizi. Nel frattempo, l'organizzazione ha riscosso i discussi 20 mila euro assegnati dal Comune di Orvieto alla manifestazione che, nel momento in cui bisognava cominciare a fare sacrifici per i debiti pregressi, destarono scalpore: un poco ridotti, a circa 15 mila euro, sono stati già da qualche tempo liquidati a chi, tra Fantasy e Horror, lo scorso marzo ci ha fatto tanto divertire. Così come sono stati onorati i contributi assegnati dalla Provincia, anch'essi, come quelli del Comune, un pochino "nostri", dei cittadini contribuenti: perché, sebbene al confine con la Toscana e con la Tuscia, è in provincia di Terni che da queste parti abitiamo. Ci piacerebbe sapere, dagli organizzatori, a cosa sono stati destinati; spero che almeno a chi li ha concessi e assegnati il loro impiego, per rendiconto, risulti.

Orvieto è generosa, c'è chi ha investito, per favorire questo evento, in lavoro e in risorse proprie, chi ha praticato sponsorizzazioni o particolari sconti nella speranza che portasse qualche riscontro duraturo alla città e ai suoi abitanti. E di certo, con l'imprevisto afflusso, un qualche risultato sia pure dell'effimero lo ha portato, qualche guadagno giusto da "mordi e fuggi", per intenderci. Ma la scommessa era ben altra. Fermo restando che, specie in periodi di magra, è scandaloso che, piccoli o grandi che siano, non si onorino, nella città ospite, né gli impegni presi né i debiti.

Ben vengano i nomi eccellenti, ma va bene così, alle condizioni che ha posto la Te.Ma.: a patto che prima di procedere si onorino i vecchi debiti, al Teatro Mancinelli e altrove. Altrimenti pazienza: si sposti pure questa seconda edizione che dovrebbe essere ancora più ricca di eventi, di ospiti e di colossi. Ne faremo a meno, tanto la nostra città, nella situazione in cui si trova, ha sempre meno voglia di ridere, di scherzare e di mascherarsi; che il teatro, le camere e i pasti le prenotino pure a Terni e a Narni, e che ne parlino Terninrete e Narninews.