opinioni

Un “Papa straniero” per il Pd di Orvieto

domenica 12 dicembre 2010
di Paolo Borrello

Dopo aver partecipato a Roma all'importante manifestazione nazionale del Partito Democratico, ho riflettuto sul fatto che esistono alcune analogie tra il Pd di Mariani e il Pd di Bersani. Certo le differenze sono ovviamente notevoli ma alcune analogie sono degne di attenzione, di cui una parte di minore rilievo ed una, invece, di maggior peso.

Le prime:
- gli organi regolarmente eletti, ad esempio la segreteria, contano poco, la segreteria di Bersani è composta soprattutto da giovani, tra cui diverse donne, che in realtà sono per lo più i rappresentanti dei leader più "autorevoli" a livello nazionale e lo stesso sembrerebbe avvenire per la nuova segreteria del Pd di Orvieto;
- Bersani è condizionato nelle sue scelte, pur essendo stato eletto tramite delle primarie, da altri dirigenti e dalle diverse aree politiche presenti all'interno del Pd e la stessa situazione si verifica per Mariani, anche se per la verità i suoi poteri effettivi sono molto più ridotti e non solo perché non è stato eletto tramite delle primarie;
- l'assenza di veri oppositori al gruppo dirigente maggioritario, che siano in grado di affermarsi perché realmente diversi in termini di qualità delle persone e dei progetti.

Ma l'analogia più importante è un'altra.
A livello nazionale il centro destra è in crisi ma non per il ruolo svolto dal Pd, partito che, peraltro, tenendo conto dei sondaggi, è anch'esso interessato, come il Pdl, da una forte riduzione dei consensi fra i potenziali elettori. Ad Orvieto la giunta di centro destra è in evidente difficoltà. E' sufficiente evidenziare due questioni: i problemi del bilancio comunale invece che ridursi sono addirittura aumentati e per quanto concerne la ristrutturazione dell'ex caserma Piave non è stato fatto assolutamente nulla. Ma le difficoltà del centro destra non sono state causate da un'opposizione particolarmente efficace del Pd, le cui difficoltà sono anche maggiori di quelle che contraddistinguono il centro destra.

E sia a livello nazionale che a livello locale, per quanto riguarda il Pd, tale situazione è determinata, a mio avviso, da un motivo principale: la scarsa credibilità del Pd come soggetto politico alternativo al centro destra, scarsa credibilità sia perché i propri dirigenti non adottano comportamenti realmente innovativi rispetto ai comportamenti adottati dal centro destra, sia perché non esiste un progetto di governo effettivamente diverso da quello del centro destra, tramite il quale si affrontino i principali problemi delle rispettive comunità. Vi è una diversità però da tenere presente, a questo proposito: il Pd di Bersani è sottoposto ad una concorrenza piuttosto "pericolosa" da parte di Sinistra ecologia e libertà di Vendola e da parte dell'Italia dei Valori di Di Pietro, ad Orvieto invece le altre componenti del centro sinistra sono caratterizzate anch'esse da difficoltà di non poco conto.

Quale può essere, forse, una delle possibili vie di uscita per il Pd di Orvieto? Potrebbe essere utile dare vita a un piccolo "governo ombra" invece di realizzare una conferenza programmatica che si rivelerà, inevitabilmente, un'iniziativa del tutto rituale e praticamente inutile, governo ombra, composto non solo da iscritti ma anche da elettori del Pd, guidato da un possibile candidato del Pd a Sindaco di Orvieto in occasione delle prossime elezioni comunali, sia che esse si svolgano alla scadenza naturale sia che si svolgano anticipatamente.

E la persona che potrebbe guidare questo governo ombra non può che essere un "Papa straniero" considerando che, al momento, non esistono persone autorevoli e capaci, che risiedano stabilmente ad Orvieto, in grado di risollevare le sorti del Pd e del centro sinistra. Io provo a fare un nome e un cognome, precisando che non lo conosco personalmente e che non so se accetterebbe: Carlo Rognoni, già parlamentare del Pd, attualmente responsabile per questo partito per i problemi della Rai, già consigliere di amministrazione della stessa Rai, giornalista, direttore di "Panorama" quando "Panorama" era l'antagonista de "L'Espresso" tra i settimanali che facevano riferimento alla sinistra italiana. Rognoni ha rapporti con Orvieto soprattutto perché ha una seconda abitazione in una frazione del nostro comune.

Rognoni potrebbe essere affiancato nel governo ombra, che dovrebbe operare in sintonia con il gruppo consiliare, da un massimo di quattro persone impegnate a formulare proposte concrete e credibili, in collaborazione con gruppi di lavoro e consulenti da loro liberamente prescelti, nei seguenti settori: bilancio comunale e riorganizzazione degli uffici del Comune; economia; urbanistica, lavori pubblici e ambiente; cultura, istruzione e servizi sociali. I quattro componenti del governo ombra dovrebbero essere scelti solo in base alle loro competenze specifiche, (sarebbe meglio se fossero soprattutto giovani e donne ma prima di tutto dovrebbero essere importanti le loro capacità).

Se Rognoni non fosse disponibile, comunque, come già ho rilevato, si dovrebbe individuare un "Papa straniero" che abbia però anche una notevole esperienza politica e che non sia solo un "uomo di cultura".

Termino qui, cogliendo l'occasione per augurare a tutti gli orvietani "di buona volontà", ed anche ai direttori dei giornali on line che mi hanno "ospitato" nel corso dell'anno che si va concludendo, un 2011 possibilmente migliore rispetto al 2010, nella consapevolezza che, per fare in modo che ciò si verifichi, non dovremmo attendere "la manna dal cielo" ma dovremmo impegnarci tutti, certamente nei limiti che ci sono concessi dalle nostre potenzialità e nei limiti rappresentati dal contesto in cui ci troviamo ad operare.