opinioni

La Confagricoltura, la Cardeto, le riforme del mercato

domenica 28 novembre 2010
di Flavio Zambelli

Le pressioni delle organizzazioni sindacali degli imprenditori agricoli sul Governo, con Confagricoltura in testa, hanno prodotto i risultati sperati. Gli sgravi contributivi introdotti nel 2006 per le imprese agricole operanti nelle aree montane e svantaggiate sono stati prorogati e confermati per altri 3 anni. Il risultato e' stato importantissimo perche' consente alle imprese di risparmiare una cifra tra il 50 e il 65 % di oneri contributivi per i lavoratori dipendenti. Mi unisco pertanto anche io ai rallegramenti espressi in questi giorni dal Presidente di Confagricoltura Orvieto, Roberto Poggioni.

Il vantaggio, come e' stato detto nel comunicato di Confagricoltura, e' soprattutto per le imprese agricole che operano nel settore vitivinicolo, dove la necessita' di personale dipendente e' sempre elevata , vista la quantita' di operazioni agricole necessarie per la cura e la manutenzione dei vigneti. Adesso ci sono altre battaglie importanti in vista, da qui ai prossimi anni. La prima riguarda la riforma della nuova PAC del 2013, (i contributi erogati dall'UE per gli agricoltori ). L'abbandono del criterio storico per l'attribuzione dei finanziamenti ai singoli Stati membri dell'Unione Europea, come e' nel progetto di riforma, potrebbe creare problemi soprattutto all'Italia. L'allargamento ai Paesi dell'Est non puo' significare che tutti gli Stati debbano avere un premio unico per ettaro uguale per tutti. Si possono accettare criteri di aggiudicazione dei finanziamenti che abbiano regole piu' omogenee possibili. Ma il premio unico penalizzerebbe quei Paesi come l'Italia, che ricevono dall'Europa meno di cio' che danno in termini di bilancio comunitario.

Da scongiurare quindi anche i tagli ai finanziamenti agricoli previsti dal bilancio UE. L'Italia oggi riceve 6,3 milioni di Euro. Un ridimensionamento consistente di questa cifra provocherebbe ingenti problemi finanziari alle imprese del comparto agricolo. Sono d'accordo con la proposta dell'onorevole Paolo De Castro di rifinanziare eventuali tagli con l'abbassamento della somma minima da erogare alle singole imprese.Questo rientra nel piu' generale disegno di erogare i contributi PAC ai soli agricoltori realmente "attivi", cioe' che lavorano effettivamente i campi e le vigne.

L'altro progetto di riforma importante riguarda la liberalizzazione del Mercato del Vino. Dal 2015, salvo proroghe, non ci saranno piu' gli albi delle zone di denominazione che imporranno i limiti di ettari agli impianti dei vigneti. Ma al contrario ci sara' piena liberta' di impianto. Naturalmente bisognera' superare la crisi del mercato del vino; se no chi e' che andra' ad impiantare illimitatamente nuove vigne con i prezzi e i costi attuali!!. Tanto piu' che le singole Regioni, con i finanziamenti alle estirpazioni dei vigneti (anche comprensibili intendiamoci), vanno nella direzione opposta rispetto ad un'allargamento degli ettari di impianto di nuove vigne.

La crisi del mercato e' generale, ma ha dei risvolti particolari ovviamente nel mercato locale del vino Orvieto Classico DOC, che e' una zona di denominazione contrassegnata soprattutto da marchi storici e fondamentali come Antinori e Bigi del Gruppo Italiano Vini. A livello generale, per superare la crisi non ci sono ricette univoche. Gli aspetti sono tanti; e tante sono le strategie. Uno di questi aspetti per combattere la crisi, e' la lotta contro le speculazioni, le contraffazioni e le frodi dei marchi DOC. Senza un'azione di contrasto delle frodi, ci sara' sempre una corsa al ribasso dei prezzi dei vini pregiati, penalizzando tutta la filiera, dalle grandi cantine fino soprattutto ai produttori.

Una delle forme, gia' sperimentate da diversi Consorzi di Tutela dei vini, con cui si puo' contenere il fenomeno delle frodi, e' l'introduzione della fascetta negli imbottigliamenti delle varie zone DOC d'Italia. Qui nella zona DOC di Orvieto, ritengo pertanto condivisibile come primo passo l'adozione della fascetta richiesta e fatta introdurre dal riconfermato Presidente della cantina Cardeto Andrea Muzi. Muzi oggi e' affiancato dall'importante e significativa direzione del dottor Moccagatta, neo-manager della Cardeto. A Muzi e a Moccagatta vanno i miei migliori auguri di buon lavoro per valorizzare al meglio le potenzialita' di questa grande cantina sociale.

Considero personalmente la presidenza di Muzi e l'autonomia stessa della cantina Cardeto come requisiti essenziali di pluralismo di mercato e libero confronto imprenditoriale. L'uso della fascetta, lo ripeto perche' sia chiaro, non e' ovviamente l'unica, ma e' una delle forme con cui si possono contrastare le frodi del vino di qualita', evitando speculazioni e corse al ribasso dei prezzi. Oltre al meccanismo classico domanda-offerta, sono anche queste anomalie distorsive del mercato che generano la caduta dei prezzi e le corse verso il basso. Non e' mai colpa solo di un singolo operatore della filiera. E' necessario combattere tutti insieme, dai Consorzi di Tutela fino alle Associazioni di categoria, certi fenomeni per aggredire alcuni fattori distorsivi del mercato e contrastare alcuni degli aspetti della crisi generale, e locale, del vino di qualita'.