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Dottorini: "fuori luogo l'entusiasmo della Giunta regionale, grave ritardo sulla differenziata"

mercoledì 24 novembre 2010

"L'euforia della Giunta regionale è del tutto fuori luogo. I segnali positivi che arrivano sul fronte della riduzione nella produzione di rifiuti non possono nascondere i dati sconfortanti sulla raccolta differenziata che certificano l'inefficacia delle politiche regionali". Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta con queste parole quanto affermato oggi nel corso della conferenza stampa promossa dall'assessorato regionale all'Ambiente in occasione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti.

"Le cifre fornite dall'Agenzia regionale per l'ambiente sulla raccalta differenziata - spiega Dottorini - ci dicono che l'Umbria, con un incremento di poco più dell'1,5 per cento, rimane al palo e vede come un miraggio gli obiettivi fissati dal Piano dei rifiuti. La distanza è abissale, basti pensare che già nel 2008 la raccolta differenziata avrebbe dovuto essere al 45 per cento, mentre con un anno di ritardo il dato regionale si ferma a poco più del 31 per cento. Nessuno dei quattro Ati riesce a raggiungere i risultati attesi e gli avanzamenti sono così timidi da risultare impercettibili. Sarà quindi molto difficile che, con questi ritmi di crescita, si riesca a soddisfare l'obiettivo del 50 per cento di differenziata previsto per il 2010 e addirittura del 65 per cento entro il 2012. Questi dati piuttosto avvalorano i dubbi di chi ha sempre ritenuto che tutto il Piano regionale dei rifiuti fosse finalizzato ad un unico obiettivo: quello di realizzare uno o più inceneritori. E questo è molto grave".

"La raccolta differenziata - spiega il capogruppo dell'Italia dei Valori - continua a crescere a ritmi dell'1,5 per cento all'anno. Di questo passo l'obiettivo del 65 per cento sarà raggiunto tra oltre 20 anni. Sarebbe interessante capire come si pensa di giungere alla chiusura del ciclo facendo leva su queste performace. C'è da registrare inoltre che il dato è particolarmente preoccupante per i comuni sopra i 15mila abitanti, quelli che più di altri potrebbero contribuire ad un'inversione di tendenza.

Sono poche le eccezioni, tra cui Gubbio (50,2 per cento) e Marsciano (52,3 per cento), mentre balzano agli occhi le prestazioni negative di Assisi, che cala del 17 per cento portandosi a poco più del 20 per cento, di Umbertide (dal 41 al 28 per cento) e Orvieto che, con poco più del 12 per cento di raccolta differenziata, rappresenta il fanalino di coda dell'Umbria. Guarda caso si tratta proprio di un comune nel quale è situata una delle discariche regionali. Non registrano particolari passi in avanti nemmeno i due capoluoghi di regione. Perugia si ferma al 32,6 per cento (con un incremento dell'1,1 per centorispetto al 2008), mentre Terni raggiunge il 33,7 per cento con un incremento del 3 per cento. Anche Foligno e Città di Castello ottengono risultati scadenti attestandosi tra il 28 e il 31 per cento.

Tra i quattro Ati, quello di Foligno-Spoleto risulta essere il più inadempiente (26,26 per cento), mentre l'Alta Umbria raggiunge il 35,58 per cento. Una situazione - aggiunge Dottorini - a macchia di leopardo che certifica un grave ritardo e in generale come la nostra regione sia lontanissima dagli obiettivi individuati nel Piano regionale dei rifiuti".

"I dati resi disponibili dall'Arpa Umbria - conclude il capogruppo Dottorini - dimostrano che evidentemente in questi anni ci si è concentrati sulle ipotesi di realizzazione di impianti di incenerimento invece che investire sulla raccolta differenziata e su sistemi di differenziazione spinta, magari basandosi su sistemi meccanico-biologici già funzionanti in altre regioni. Per quanto ci riguarda è evidente che con questi dati sarebbe assurdo pensare alla chiusura del ciclo e alla realizzazione di impianti di smaltimento ultimo dei rifiuti. E' bene che la Regione investa prima di tutto per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e non su iniziative che forse stimolano l'appetito di qualche interesse privato, ma che sicuramente non perseguono l'interesse della collettività".


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