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"La serva padrona" al Teatro S. Cristina di Porano. Sandra e Raimondo in chiave settecentesca

lunedì 25 ottobre 2010
di Simona Esposito
"La serva padrona" al Teatro S. Cristina di Porano. Sandra e Raimondo in chiave settecentesca

Il 23 Ottobre si è inaugurata la stagione del Teatro Santa Cristina di Porano, la bellissima struttura voluta con molta lungimiranza da un'amministrazione comunale attenta alla cultura ed affidata alla direzione artistica di Stefano Benini, uomo di teatro di grande spessore a dispetto della giovane età. Proprio Benini, tenore-attore di grande talento, ha scelto di aprire con un'opera lirica fatta da giovani e dedicata ai giovani, e la serata ha portato molte "conversioni" tra i ragazzi presenti.

Il progetto è stato affidato al poliedrico Virgilio Bianconi, che ne ha curato non solo la regia, ma l'intero allestimento, giocando con luci e colori, rivestendo i personaggi con sontuosi costumi e riempiendo la scena di oggetti scelti con gusto che creavano uno spazio d'azione ottimamente caratterizzato. Titolare egli stesso della direzione artistica di un teatro-bomboniera, in anni di ricerche musicali e riproposizioni del difficile ma affascinante repertorio settecentesco ha imparato a valorizzare perfettamente i piccoli spazi, ricavando dall'intermezzo di Pergolesi uno spettacolo delizioso. La sua regia scoppiettante, piena di gag e trovate sceniche, sfronda il genere tardo-barocco dalle leziosità scarnificate a cui il pubblico è abituato, attualizzandolo ed evidenziandone tutto il lato comico.

Risate ed applausi a scena aperta per la deliziosa Francesca Bruni-Serpina, che in pochi giorni si propone in tutta la sua versatilità, uscendo dalle atmosfere eteree del Requiem di Faurè per proiettarsi nel personaggio tutto paprika e miele della servetta scaltra, assecondando le mille trovate sceniche di Bianconi con una vivacità e una verve degna della Sandra Mondani dei tempi d'oro, e con in più una musicalità eccezionale. Trascinato da tanto sprint il compassato Nicola Ebau-Uberto, voce drammatica e dizione assolutamente perfetta, che si propone con l'aplomb e la misura dell'indimenticabile Raimondo. Ad arricchire le scenette da Casa Vianello d'altri tempi due debuttanti ma con la grinta da veterani del palcoscenico, i giovanissimi mimi Daniele Batella nel ruolo del bistrattato servo Vespone e Davide Simoncini in quello di un lezioso couturier d'antan. Tempi comici perfetti per tutti.

L'opera è stata accompagnata splendidamente dal Quintetto d'Archi Orvietarmonico, cinque ottimi musicisti (meritano una citazione personale: Dino Graziani, Alessandro Cervo, Marco Onofri, Giuseppe Dolci, Graziano Brufani) affiancati da una eccezionale Angela Naccari alla spinetta e diretti dal giovane e bravissimo Patrick Murray che ha ottenuto un suono ricco, brillante e dai tempi splendidamente morbidi.

Nel complesso uno spettacolo di altissima qualità, elegante, divertente, raffinato ma godibilissimo da chiunque, e premiato con applausi interminabili, che speriamo di rivedere quanto prima nei tanti teatri-bomboniera che costellano l'Umbria e che attendiamo con ansia a Panicale.