opinioni

Proposte (di parte) per il futuro

giovedì 21 ottobre 2010
di Rodolfo Ricci

Mi pare di capire che l'esito del Consiglio comunale del 20 Ottobre 2010 confermi quanto in diversi avevamo sostenuto subito dopo il voto delle ultime amministrative e l'ascesa di Toni Concina al seggio di Capitano del Popolo della nostra cittadina.

Ciò che non si era voluto ammettere allora, accade oggi: la compagine variopinta che aveva consentito la sua vittoria (fatta di ex littori, sole celtico, falci e martelli e liberi pensatori) si ritrova oggi perfettamente allineata all'incasso di quel risultato.

E' davvero singolare, o paradossale, notare che questo esito viene raggiunto con la giustificazione dell'emergenza e di inevitabili scelte di salute pubblica, e con argomentazioni che in buona parte avevano costituito il nucleo della campagna elettorale di Loriana Stella, sostenitrice della necessità di un cambiamento di rotta alla luce di una critica molto serrata degli squilibri finanziari della precedente stagione politica (Mocio e Cimicchi).

I vincitori di allora, hanno a lungo, prima e dopo il voto, contrastato questa impostazione, chi per difendere il pregresso, chi per inneggiare ad una salvifica e certa alternativa.
Adesso, pare che ciò che sosteneva la Stella e i suoi sodali, era la verità.

Verità che però consente a coloro che allora la negavano, di farsi interpreti massimi del salvataggio del Comune dall'arrivo dell'orco nero: il Commissario.

E di salire, finalmente alla luce del sole, sul carro della maggioranza, sul quale, in verità, erano fin dall'inizio collocati, magari in incognito e con barba posticcia. Davvero un caso esemplare di ciò che la politica è e non dovrebbe essere.

Quindi la fotografia che ci arriva da questo Consiglio comunale è chiara e cristallina. Per ciò, a mio modesto parere, per questa cittadina, il suo accadere, dal punto di vista politico, è positivo.

Sono stati spazzati via molti elementi di confusione e intorbidamento delle acque. Sappiamo, ad esempio, che chi si era fatto alfiere d'antan di falce e martello, oggi non parla più in sua vece, ma solo a titolo personale. E' già un risultato che ridà tardiva libertà all'usurato e usurpato simbolo.

E sappiamo che chi siede sullo scranno più alto del Consiglio, è parte integrante della nuova maggioranza.

Constatiamo anche la presenza di una flottiglia di ignavi che va e che viene, si astiene o non partecipa, o aveva da fare altro, fatto salvo chi, fino a prova contraria, non poteva davvero esserci.

Buona parte di questo patrimonio "inside" (di PD e centro sinistra, ma anche, di centro destra), sosterrà ora la stagione dei tagli. Tagli di spesa per debiti che aveva contribuito a realizzare negli anni precedenti, o direttamente (nelle Giunte o in Consiglio Comunale), o indirettamente, quali rappresentanti (da centro-destra) di quella stanca borghesia locale che dalle stagioni strascorse ha raccolto ottimi e immeritati vantaggi (come forse lo stesso Sindaco ha constatato).

E' per questi motivi, che adesso, sempre che ci sia ancora gente avveduta in circolazione, ci sono le condizioni per una forte battaglia sociale e politica di contrasto dei tagli annunciati e approvati dalla nuova compagine di salute pubblica. Perché dovrebbe essere chiaro che questi tagli vanno essenzialmente a colpire coloro che non hanno alcuna colpa del loro consolidamento.

E perché la natura della manovra, stando a ciò che si legge, è davvero di parte, e non, per capirci, da quella dei cittadini:

al di là della grande mole di vendite di immobili, e per portare un esempio sintomatico, vi si dice infatti che, "nella misura in cui sarà possibile recuperare risorse da elusione o evasione fiscale, sarà parallelamente possibile evitare gli aumenti dei costi dei servizi o il loro drastico taglio". Ciò significa che il recupero dell'elusione e dell'evasione è considerata secondaria, anzi, una mera eventualità. Prima verranno i tagli e gli aumenti. Io, per esempio, sarei per invertire i termini della proposizione.

Nello stesso modo, rimane un impegno ovviamente aleatorio la ricontrattazione dei famosi derivati. Rimandata nel tempo e non contemplata nei prospetti, come riduzione certa o realisticamente raggiungibile. Chissà perché ?!

Oltre alle decine (o centinaia) di persone che perderanno il loro lavoro - peraltro già precario-, la manovra è quindi impregnata del più classico neoliberismo, per usare una parola grossa, e mira ad un aggiustamento strutturale di cui faranno le spese le famiglie e ciò che, dentro l'idea neoliberista, non è immediatamente redditizio o considerato come spesa improduttiva: la cultura (non i circenses).

Siccome siamo in odore di misure nazionali che prevedono la retroattività di scudi e lodi, io sarei per una proposta affine; proponiamo alla cittadinanza (colma di Suv e discrete ville con, o senza piscina), una manovra di assestamento retroattiva: chi in questa città ha guadagnato troppo (o speso indebitamente e inefficientemente soldi non suoi) negli ultimi 20 anni, ritorni il maltolto o corregga, a sue spese, come direbbe Nino Frassica, l'errore. Ovviamente nel più sincero spirito di solidarietà e di carità cristiana che pervade la rupe. (Sia benedetta -se e quando verrà- l'imposizione fiscale federalista. Le vedremo allora delle belle !)

La linea del di resistenza - e di attacco - è: non si tocchino i servizi e i beni comuni, insieme alla dignità dei lavoratori. Tutto il resto può essere praticabile e sostenibile.