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Il terrore del commissario fa volare l'anatra zoppa. Ma non basta per darsi dignità

giovedì 21 ottobre 2010
di laura
Il terrore del commissario fa volare l'anatra zoppa. Ma non basta per darsi dignità

La pagina più triste e squallida della triste e squallida storia dell'anatra zoppa si è consumata, come prevedibile, nel consiglio del riequilibrio del 20 ottobre 2010. Le idee di ognuno sono idee e meritano rispetto, ma il consociativismo - mascherato da espressioni come "bene della città", "senso di responsabilità" e quant'altro, come dal più usurato manuale Cencelli del buon politico di buone intenzioni - non è meritevole altrettanto, non basta per verniciare la propria azione di dignità.

Spargendo terrore panico sulla figura del commissario, al grido di "meglio noi che un asettico e crudele burocrate", "meglio noi, meglio noi per il bene della città", "meglio i tagli nostri, meglio i tagli nostri che quelli del commissario", per defezioni e adesioni la maggioranza di centrosinistra, tradendo la volontà degli elettori, ha consumato da sola, dopo le molte e diverse prove di questi giorni, il proprio auto da fé. E, la volontà degli elettori, piaccia o non piaccia a suo modo l'ha tradita anche il centro destra.

Non occorrono troppi commenti, i fatti parlano da sé. Semplicemente, di seguito, li riporto.
Nel fatidico momento del riequilibrio, che come è noto insieme al bilancio di previsione costituisce l'atto più importante di una annualità consiliare, Oriano Ricci, che tanto ha fatto per essere in Consiglio al posto di Antonella Annulli, non si presenta. Non si presenta, perché all'estero fa sapere, il capogruppo del PSI Evasio Gialletti. Non è presente, perché da tempo malata, Adriana Bugnini del PD. C'è il consigliere Meffi, PD anche lui; fa un intervento che, sempre sotto l'effetto del terrore del commissariamento, lascia intendere un voto pro Concina; ma non sostiene il fardello fino in fondo e, prima del voto, si allontana o viene fatto allontanare. Ben più coraggioso e determinato il presidente del Consiglio Marco Frizza, che dichiara con un lungo e complesso proclama di motivazioni e di intenti il suo voto pro Concina e, con ammirevole dissenziente convinzione, va fino alla meta: "ma non per Concina - dice - per la città!". C'è, come al solito diligente e puntualissimo, il capogruppo del PdCI, Carlo Tonelli, che tuttavia in questo fatidico 20 ottobre 2010 non rappresenta il partito locale, informa, e dunque non è il capogruppo PdCI ma solo il consigliere semplice Tonelli Carlo: il quale, per sua stessa ammissione, con il dissenso del PdCI locale ma con il consenso dei vertici regionali, non tanto per il bene della città, lui, ma per "commissariare" il modo di fare politica del Pd o comunque "un certo modo di fare politica", vota deciso le linee di risanamento, peraltro piuttosto indecise, del bilancio del sindaco espresso dal centro destra. Per rendere ancora più emblematico il suo gesto Tonelli straccia, tra lo sconcerto se non del Consiglio almeno del pubblico, il documento rivolto al sindaco da lui stesso sottoscritto insieme agli altri partiti di centro sinistra.

Così, in quattro e quattrotto, tra qualche trattenuta gioia di centro destra e un qual certo sollievo del sindaco Concina che da tempo lavora al risultato, i dodici del centro sinistra diventano sei, gli otto + sindaco del centro destra undici, la maggioranza in barba agli elettori si rovescia: per il bene della città ci si consocia e l'anatra, guarita e miracolata, spicca le ali. Bando al commissario, vade retro il satanico forse meridionale straniero, finalmente la città è salva.

A parte gli interventi "incoscienti e dissidenti" dello sparuto gruppo Pd che rimane e della capogruppo PRC Stopponi che - scandalo - mostrano di preferire una posizione politica alla marmellata, peraltro di arancia amara, del bene cittadino, l'unico intervento fuori dal coro dell'unanimismo - e per questo apprezzabile - è quello del consigliere Turreni che, nel mostrarsi un po' preoccupato sugli esiti reali che potrà avere il risanamento - forse perché più consapevole di altri che entro il 26 ottobre dovrà passare il vaglio della Corte dei conti - dichiara apertamente di fare un intervento di destra. Tanto di cappello, almeno è coerente e chiaro.

Fin qui la cronaca del presente. Le previsioni prossime, nelle quali non mi voglio troppo addentrare - preferisco l'analisi della realtà - parlano, ovviamente, di un rimpasto, forse di due assessori. Circolano nomi che finché non sono certi preferisco non fare, nomi di chi comunque la politica da quarant'anni, tanto per usare l'espressione della dimissionaria Calcagni, la fa. Un posto è stato lasciato libero da Cristina, l'altro assessore da votare al sacrificio - sempre che il sacrificio sia di chi va e non di chi viene o resta - chi sarà?

Fin qui la cronaca, dunque, i nudi fatti. Nello sconvolgimento, nel rovesciamento della volontà degli elettori, da giornalista - e lo confesso, un poco anche da cittadina - cerco di capire. Telefono al coordinatore del PD Orvieto Trappolino, irraggiungibile, ma poco dopo arriva il comunicato che sembra sconfessare i reprobi; ancora troppo poco: nella nota si suggerisce, se posso dare un consiglio da comunicatrice è ora di chiamare cose e persone con ancora maggiore chiarezza e con il loro nome.

Telefono al PdCI locale: il coordinatore del circolo di Orvieto, Ciro Zeno, con molta chiarezza prende, a nome del partito, le distanze dalla decisione del tutto autonoma di Tonelli che, afferma, il partito, almeno a livello locale, non condivide.

Telefono al PdCI dei vertici, quelli che dovrebbero appoggiare l'autonoma decisione di Tonelli, al coordinatore regionale Mascio. "Sì - conferma - ho dato piena autonomia a Tonelli, e conseguentemente sostegno. Del resto, oggi che i partiti sono leggeri...". Quindi mi cita un proverbio della nonna: "gli uomini si prendono per la parola i buoi per le corna"... in un primo momento non capisco, poi man mano che continua a parlare realizzo... invece di preoccuparsi del suo partito, delle possibili reazioni dei suoi iscritti, sta ad aspettare, vuole vedere, se Giovannetti e Galanello, come hanno detto nella riunione di coalizione, espelleranno dal PD chi ha disertato o chi ha votato con Concina. E poi dagli, con i risentimenti del PdCI verso il Pd e Rifondazione... con le attese al varco... ecc... ecc... roba da matti...
Ho 60 anni, ne ho viste e sentite tante... ma saluto... taglio corto... come dice Tonelli ho proprio voglia di commissariare questa confusione, questa scarsa cura delle persone, dei propri elettori referenti, questi personalismi esacerbati e vendicativi della politica. Il commissario è poco, questa "politica" - se tale ancora è - avrebbe bisogno di una lunga pausa di riflessione, di una disintossicazione, di una buona purga.