opinioni

Vogliamo il commissario o gestire la situazione per un risanamento serio e condiviso?

lunedì 18 ottobre 2010
di Alessandro Maria Li Donni

Subito dopo le elezioni di giugno del 2009 avevo personalmente lanciato la provocazione di un accordo tra il Sindaco e la maggioranza consiliare di centro-sinistra. Niente, silenzio assoluto! Oggi a distanza di poco più di un anno la musica non cambia. Siamo al redde rationem, con un bilancio da approvare, la Corte dei Conti che ha messo sotto la lente d'ingrandimento il Comune di Orvieto e i problemi legati all'anatra zoppa in Consiglio comunale. Ingredienti esplosivi in una situazione politica esplosiva. Serve, a questo punto, solo discernimento. Gli amministratori e i rappresentanti in Consiglio sono di fronte ad una scelta: commissario in Comune o una nuova alleanza di governo inclusiva di chi mette al primo posto il bene della città? Solo rispondendo in piena coscienza a questo semplice interrogativo ognuno potrà poi dare il suo voto nel Consiglio che dovrà o meno approvare l'equilibrio di bilancio.

In queste ultime settimane in molti hanno cercato di dare consigli e indicare la strada maestra per il risanamento dei conti del Comune. E' certo che non potrà essere dichiarato il dissesto finanziario, comunque vada, perché ancora ci sono i beni disponibili per tentare di tagliare drasticamente il debito totale e ricominciare da zero. C'è però una strada maestra, quella della Politica, la "p" maiuscola non è un refuso ma voluto, che si rimbocca le maniche e si mette a lavorare per il bene comune in attesa che si possa tornare alla battaglia tra gli schieramenti. Oggi non è tempo di guerreggiare, ma di discutere e trovare una strada che possa permettere all'amministrazione politica di gestire questa difficilissima partita. In mezzo c'è la realtà che vivono i cittadini di Orvieto, il teatro, Orvieto Studi, la Farmacia Comunale, i dirigenti del Comune, i parcheggi, gli immobili, la complanare, l'elusione-evasione fiscale e Vigna Grande. Poi c'è la discarica che deve assolutamente divenire volano di sviluppo economico da una parte e occasione anche di sviluppo di una politica attenta all'ambiente ma senza inutili e dannosi radicalismi. Insomma no al "NO comunque e sempre" ma un grande sì alla gestione partecipata e al progresso tecnologico e al miglioramento della raccolta con il vero e definitivo avvio della differenziata.

Si devono tagliare spese per 3,5 milioni l'anno? Fin dove possibile evitiamo ulteriori tagli alla cultura e all'istruzione, già ampiamente penalizzate ogni anno a livello locale e nazionale, e andiamo ad incidere laddove si annidano inefficienze. Voglio provare a presentare qualche domanda-proposta-provocazione:
1.Servono sempre 5 dirigenti per gestire la macchina comunale?
2.Avviamo una seria verifica, con controlli incrociati, su chi ha richiesto esenzioni totali o parziali dal pagamento di mense scolastiche, scuolabus, asili nido ed altro?
3.I parcheggi di Foro Boario e Via Roma devono per forza essere di proprietà pubblica?
4.Sono tutti messi a reddito, secondo i prezzi medi di mercato, gli immobili comunali attualmente in locazione?
5.E' possibile ipotizzare una sorta di verifica dell'evasione per andare a proporre un pagamento rateizzato per il passato così da evidenziare dal 2011 nuove entrate?
6.Ha senso continuare ad avere una Farmacia Comunale unica che non offre servizi diversi dagli altri esercizi commerciali simili sul territorio?
7.E' possibile andare a rivedere la pianta organica dei dipendenti comunali per ottimizzare i vari settori e programmare in maniera seria il futuro?
8.Rimangono fuori dalle proposte-provocazioni Vigna Grande e discarica perché qui bisogna avere una visione di più lungo termine, partendo dal presupposto che il pubblico non riesce quasi mai a gestire in maniera profittevole. Alla fine, nonostante le indicazioni e i discorsi teorici, ha ragione chi ha indicato la via maestra della vendita di Vigna Grande per il definitivo risanamento del Comune, ma questa cessione deve avvenire solo dopo aver sistemato le partite correnti e in particolare dove aver rivisto la spesa corrente. Andare a vendere un bene di così grande rilievo come Vigna Grande senza aver prima sistemato l'ordinario sarebbe completamente inutile e pericoloso visto che in pochi anni ci si ritroverebbe ad affrontare problemi simili senza più il bene da vendere. Intanto la semplice gestione di tutta l'area si rivela un costo per un Ente già abbastanza appesantito dai debiti. Ci sono, poi, da calcolare gli introiti continui derivanti dalla cessione del bene, e cioè Ici, Tarsu, addizionali che ogni anno andrebbe ad incamerare il Comune. Il gioco così vale la candela. Un discorso simile va fatto per la discarica. La raccolta e il riciclaggio dei rifiuti è un business ricco dentro il quale Orvieto può stare senza danneggiare il territorio. Una raccolta ecosostenibile e la creazione di un polo della gestione dei rifiuti potrebbero essere occasione di sviluppo e di lavoro per Orvieto, il tutto senza dimenticare il servizio da offrire ai cittadini a costi sostenibili.

A tutto questo dovranno pensare i politici e gli amministratori della città prima di mettere la parola fine all'esperienza di Toni Concina; il Sindaco deve pensare alla città prima di chiudere definitivamente le porte all'attuale maggioranza-opposizione. La politica è l'arte del possibile ma soprattutto il luogo di traduzione delle richieste dei cittadini in azioni. Tutto questo si può fare se si è coinvolti in maniera diretta senza preclusioni e senza limiti temporali imposti all'altra parte. Se un accordo si deve fare allora che sia chiaro, limpido, veramente unitario e immediato. Tutti devono spendersi e mettere la loro faccia, senza eccezioni. Se così non fosse e il bilancio venisse approvato per manovre di palazzo allora sarebbe bene iniziare a pensare a nuove elezioni ricordando a chi non vuol sentire parlare di accordi, che l'eventuale commissario interverrebbe senza mediazione sulle tasse, sul personale, sui beni da vendere, sui pagamenti ai fornitori piccoli e grandi e soprattutto sulle opere pubbliche necessarie come la complanare e il nuovo ponte sul Paglia per collegare l'Ospedale con una parte rilevante del territorio. In poche parole sarebbe la paralisi. L'equilibrio di bilancio, invece, permetterebbe di programmare il taglio del debito totale con più calma e con una visione più generale del bene comune e della città.