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Orvieto. Il destino della consigliatura resta separato da quello del risanamento

martedì 12 ottobre 2010
di Massimo Gnagnarini, UDC

Il documento politico composto di 5 punti programmatici proposto nei giorni scorsi dal Sindaco all'attenzione dei partiti, può tradursi nell'accertamento, da parte della Giunta, di provvedimenti iscrivibili in bilancio che soddisfino i requisiti di congruità e di legittimità oltre a quello di coerenza temporale circa la loro ricaduta finanziaria agli effetti del risanamento.

Se questo obbiettivo sarà raggiunto e votato dalla maggioranza dei Consiglieri allora l'ultimatum del Prefetto fissato per il 20 ottobre sarà scongiurato, diversamente si insedierà il Commissario, il Consiglio comunale sarà sciolto, e indette nuove elezioni che si potranno tenere già nella prossima primavera del 2011.

Questo percorso non ha nulla a che vedere con il paventato dissesto finanziario del Comune, eventualità questa diversa e di ben più pesanti conseguenze per la città, che potrebbe, però, esser presa in considerazione proprio dal Commissario nominato dal Prefetto dopo aver esaminato i conti.

Se dunque la maggioranza del Consiglio comunale non approverà i provvedimenti del riequilibrio proposti dalla Giunta sarà, forse, il Sindaco a rassegnare la proprie dimissioni e a sciogliere così il Consiglio comunale, oppure resterebbe al Consiglio comunale l'opzione morale e politica di votare, eventualmente, per il proprio autoscioglimento.

Entrambi questi lucidi ed estremi atti avrebbero il duplice vantaggio di evitare sia l'onta della cacciata della massima Assise cittadina da parte di un'autorità esterna e, ancor più importante, sarebbero accompagnate dalla riaffermazione unanime circa il sufficiente patrimonio immobiliare di cui il Comune dispone per far fronte alla sua crisi finanziaria senza preludere così allo spettro del dissesto.

Se, dunque, la barriera insormontabile che sembra segnare il destino dell'attuale consigliatura, sta nell'inconciliabilità programmatica per la valorizzazione del patrimonio strategico del Comune e sul pilotaggio della sua alienazione in funzione di un'iea futura di città, esso, del resto, rappresenta pure la garanzia reale e incontrovertibile per il risanamento finanziario del Comune.

Di questa situazione non potrebbe non tener conto la gestione commissariale che, verosimilmente, potrebbe individuare già nella ricostituzione post elettorale di un quadro politico cittadino con caratteristiche possibilmente di coerenza ed affinità programmatica tra maggioranza consigliare ed esecutivo del Sindaco, la condizione sufficiente e di garanzia per il superamento di ogni ostacolo all'attuazione dei provvedimenti attesi per il ripiano del deficit e per la stabilizzazione dei risultati di bilancio, astenendosi dall'assumere, egli, provvedimenti straordinari al di fuori di quelli ordinari che la legge gli affida compresa la riconsegna delle "chiavi" del Comune fra qualche mese.