opinioni

Il Consorzio del vino di Orvieto e la tregua estiva

giovedì 15 luglio 2010
di Flavio Zambelli

Mi scuso con i lettori ma questa e' una vicenda che mi riguarda da vicino, e mi trovo nell'inconsueta posizione di parlare anche di me stesso. Lungi da me voler fare come Cicerone ne "L'horazio pro domo sua", ma credo che un'istituzione economica dell'importanza del Consorzio di tutela dell'Orvieto Classico, meriti una narrazione.

Gia' sul finire del mese di Febbraio si levarono venti di contrasto in seno al Consiglio d'amministrazione del Consorzio medesimo; 6 consiglieri rassegnarono le dimissioni e, statutariamente, il Consiglio decadde per mancanza del numero legale. La maggioranza e' infatti composta da dodici consiglieri, e, mancandone sei, bisogna automaticamente tornare davanti all'Assemblea dei soci, per rieleggere un altro Consiglio. I motivi del contendere sono di diversa natura: dai personalismi alle questioni tecniche sui massimali di produzione e i prezzi di mercato dell'Orvieto classico. Fu poi nell'assemblea di fine Aprile, che si stabilirono le modalita' per arrivare alla composizione di una lista per l'elezione del nuovo C.D.A.. Furono incaricati 4 saggi di trovare un accordo tra le parti, per evitare la spaccatura che avrebbe causato la rottura del Consorzio dei Vini.

L'unico modo per evitare questa infausta evenienza era quello di comporre una lista unitaria di 12 nomi, espressione dei 2 schieramenti principali: da un lato il gruppo che si riconosce nelle posizioni dei fratelli Cotarella, dall'altro il gruppo che si identifica nella linea del direttore della Cantina Cardeto Andrea Muzi.I saggi si incontrarono almeno 3 volte in 2 mesi, ma le discussioni andarono avanti con veti incrociati e discussioni.

In questo periodo di tempo le mie personali preoccupazioni sono state sostanzialmente due: la prima, quella di cercare di inserire nella lista il nome di un rappresentante dei viticoltori-produttori, i quali sono la categoria meno ascoltata nell'ambito della filiera vitivinicola. Dopo un incontro a Maggio tra produttori d'uva, non ci fu nessuna indicazione concreta. Decisi allora di rilasciare un'intervista al quotidiano La Nazione-Umbria, per smuovere le acque e sollecitare altri incontri tra produttori. La seconda mia preoccupazione, ovviamente, era che tra i saggi si arrivasse ad una rottura definitiva, che avrebbe portato a due liste contrapposte, e ad una campagna di scontro.

Questo clima avrebbe potuto causare la fine del piu' importante strumento di promozione e regolazione del mercato: Il Consorzio di tutela del vino di Orvieto. Intanto alla fine di Giugno, alcuni tra i produttori principali della nostra zona di denominazione, decidono di candidare il sottoscritto a rappresentarli nel Consiglio d'amministrazione. La mia candidatura viene presentata al comitato dei 4 saggi, che si vedono per l'ultima volta il 29 Giugno, prima dell'assemblea finale prevista per il 6 Luglio. Non ci fu l'accordo dei saggi sui nomi per comporre la lista. A questo punto interviene anche il Sindaco di Orvieto Concina, per tentare una difficile mediazione. Si arrivera' quindi all'assemblea del 6 Luglio al buio, senza un accordo.

La riunione fu tesa fin dall'inizio; il Sindaco fa un breve intervento, (che poi portera' bene), auspicando la ricomposizione dei contrasti. Ma in aula, siamo tutti un po' nervosi per la situazione di stallo e di veti incrociati sui nomi. Sembra un clima, con le dovute proporzioni, che ricordava la "Crisi dei missili a Cuba del '62", quando le 2 superpotenze USA e URSS, si trovarono sull'orlo di un conflitto mondiale. Anche qui si era sull'orlo della rottura totale; finche' l'Avvocato Cinti , ad un certo punto, presenta una lista che contiene i 12 nomi richiesti da entrambe le parti. Si superarano i veti, si limano i contrasti, e la lista unitaria e' pronta per essere votata dall'intera assemblea.

Il nuovo Consiglio viene cosi' eletto. Anche il sottoscritto viene eletto in rappresentanza dei produttori-viticoltori orvietani; e, a titolo personale, in rappresentaza dell'Azienda Agricola Zambelli. Azienda che fu creata da mio padre Giovanni Zambelli, (la cui vita e' stata fermata a Gennaio da un male incurabile), del quale mi onoro di poter continuare l'attivita', con l'aiuto di altri familiari. Il Consorzio di tutela, ha raggiunto un'insperata tregua estiva, e, per il momento e' salvo.

La speranza e' che i contrasti siano definitivamente alle spalle. Sono lieto di far parte del C.D.A. del Consorzio, cosi' come sono onorato di essere iscritto come imprenditore agricolo alla "Confagricoltura". Unione sindacale che a Orvieto e' ben diretta dal dr. Roberto Poggioni.