opinioni

Stracci e cenci

domenica 7 marzo 2010
di Mario Tiberi

Durante la scorsa settimana, a seguito del mio editoriale sulle prossime elezioni regionali, alcuni avversari politici, che mi onorano della loro sincera amicizia, ed un certo numero di soci del Partito Democratico, che professano di essermi amici e non so quanto lo siano per davvero, mi hanno stuzzicato a fondo per sapere a chi sarebbe andata la mia preferenza elettorale.
Sto portando avanti le mie valutazioni e probabilmente ho già deciso anche se, delle titubanze e delle perplessità, sono logica conseguenza di uno scenario politico confuso e raffazzonato e di candidature obiettivamente insoddisfacenti e ripetitive in particolar modo nelle città di Terni e Perugia.
Lo stesso "pasticcio", per dirla presidenzialmente, che ha condotto prima al caos nella presentazione delle liste del Popolo della Libertà in Lombardia e nel Lazio e, poi, al decreto interpretativo del Governo "salva errori procedurali" è sintomatico di decadimento istituzionale, di sfascio organizzativo e di disprezzo delle regole democratiche.

Quello espresso, sarà forse un giudizio approssimativo e poco rispondente alle ferree norme della "real politik", ma possiede senz'altro il pregio di essere coerente con i principi fondativi di un moderno Stato di Diritto che non dovrebbe mai consentire di orientare le sue determinazioni legislative in funzione di tornaconti occasionali, specie se di parte. La potestà di emanare ordini e discipline è uno dei capisaldi di un giusto ed equilibrato ordinamento giuridico e non deve essere ridotta ad una mera facoltà soggettiva che, se utilizzata, non può che sfociare in atti farseschi o tragicomici.

In un pomeriggio di una calda estate di qualche anno orsono, mi trovai a conversare con un amico di lunga data e, tra un discorso e l'altro, arrivammo a toccare il tema della paternità.
Ricordo che alle mie orecchie risuonò la frase di seguito riportata: "Come padre, sono nato dopo mio figlio...". A prima vista sembrerebbe una contraddizione in termini ma, a pensarci bene, è molto più vera e realistica di quello che appare. Le proprie creature, spesso e volentieri, nascono prima dei loro genitori quando quest'ultimi rifuggono dall'adozione dei necessari strumenti per il responsabile esercizio del loro ruolo di indirizzo e di controllo.

Con le dovute cautele e le debite proporzioni, è quanto sta accadendo nelle vicende politiche di questi ultimi tempi. Non è, infatti, un caso se le promesse, i programmi e le dichiarazioni d'intenti vengono il più delle volte disattesi e non attuati allorché chi ne ha la paternità non è poi in grado, per carenza di autorità o per condizionamenti superiori alle sue forze, di tradurli in beni e servizi destinati all'utilità generale.
Nella logica appena descritta si colloca pure la composizione del listino di centrosinistra facente capo alla candidata Governatrice che, per la sua impostazione di carattere familistico e unidirezionale, interpreta le sole istanze di un pluralismo a senso unico, ma non certo rappresenta appieno la vivacità e la freschezza di una cultura politica dimensionata su più livelli qualitativi.

Non avendo padroni da servire o ai quali dover rendere conto dei miei pronunciamenti, il mio spirito libertario e per taluni aspetti anticonformista prende sempre il sopravvento soprattutto quando sono in gioco le ragioni della verità che, comunque, va onorata ad oltranza e in ogni ambiente o situazione.
Ciò non toglie che esistono anche i valori della disciplina d'appartenenza che impongono, oltre le delusioni e i dissensi, comportamenti fedeli e cristallini sia all'esterno che all'interno della cabina elettorale.
Non mi si chieda, a questo punto, a chi andrà il mio voto perché, aldilà della segretezza dello stesso, mi pare di averlo indicato pur se indirettamente e anche perché non intendo incorrere nella critica di coloro che, vestendo i panni dello straccio da pavimenti, si permettono di dare dello sporco al cencio da cucina.